Dopo le controversie con l'attore protagonista Adrien Brody, esce finalmente nelle sale il nuovo film del più regista romano. La vicenda di Giallo-Argento è ambientata a Torino, la stessa città che ha fatto da teatro a Profondo Rosso. L'ispirazione, neanche a dirlo, non è più la stessa
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La vita del recensore cinematografico diventa sempre più dura in tempi di calure estive. Perchè, a parte i micidiali benefici dell’aria condizionata, sugli schermi comincia a scorrere il peggio. Come quest’ultimo film di Dario Argento, che esce due anni dopo la distribuzione in home video a causa di un contenzioso con il protagonista Adrien Brody, abituato a mettere il naso dappertutto. Siamo nuovamente a Torino, città elettiva del regista, già ben altrimenti rappresentata in Profondo rosso (1975) e in Non ho sonno (2001). Ma scordatevi le filastr
Nemmeno al recensore fifone. Che dopo l'atteso The ward continua a dormire sonni tranquilli, nonostante il mostro che fa sparire le belle ragazze di un ospedale psichiatrico
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Che cosa c'è di peggio della paura? Probabilmente la paura di aver paura. Con questo stato d'animo, l'eroico recensore - concettualmente favorevole al genere horror, ma contrarissimo a praticarlo dal vivo per biechi motivi di codardia coronarica - si è immolato a beneficio dei suoi numerosissimi fan, assistendo al ritorno sugli schermi del maestro John Carpenter, ormai silente da una decina d'anni. Previo acquisto di una chilata di farmaci vari, fra ansiolitici da trangugiare durante la visione e sonniferi per le visioni ex post. Per intenderci, quelle che magari assalgono quando
Il fumetto cult di Tiziano Sclavi trasferito sul grande schermo da Kevin Munroe: che fa strage di personaggi e atmosfere originali e lo infarcisce di ingredienti horror e cliché da supereroe Marvel. Da oggi al cinema, astenersi lettori appassionati
di Andrea B. Previtera
Le trasposizioni cinematografiche. Vorrei che un medico compiacente mi fornisse un certificato, che un parente lontano si presentasse improvvisamente in città. Vorrei una scadenza improrogabile che mi sollevasse dall'onere. Le trasposizioni cinematografiche: dover mettere da parte quell'istinto di conservazione che grida allarme, seppellire il bagaglio bell'e pronto del pregiudizio. Perché le trasposizioni cinematografiche solitamente, nel migliore dei casi lasciano la bocca amara. E nel peggiore? Dylan Dog. L'indagatore dell'incubo, fumetto di cult italiano che negli ann
Precursore della psichedelia, Roky Erickson ha avuto la vita (e la carriera) segnata da una permanenza in manicomio criminale. Ora riemerge grazie agli Okkervil River, gruppo più nerd che acido, con cui dà una nuova veste al suo repertorio
di Simone Dotto
Mettete insieme tutto ciò che vi fa venire in mente la parola “psichedelia” e poi associatelo al volto, al nome e alla storia di Roky Erickson. Lui che, appena quindicenne, alla testa dei suoi 13th floor Elevators (la band che prometteva “viaggi” fin dal nome) fu il primissimo a stampigliare quella parola magica sulla copertina di un disco: The Psychedelic Sounds of the 13th floor Elevator, ora oggetto di culto per i collezionisti, ai tempi piombato in un’indifferenza quasi generale. Per questi e altri motivi, anche quando si trattò di assagg
L'interminabile saga arriva al sesto capitolo, per la regia di Kevin Greutert. Questa volta è il detective Hoffmann a giocare nel ruolo dell'enigmista Jigsaw, mettendo a punto una terribile macchina mortale chiamata la Giostra. Abbiamo provato a vedere il film in anteprima, ma abbiamo resistito poco
di Andrea B. Previtera
Ormai è ufficiale: il ventunesimo secolo ha trovato la sua, uhm, gallina dalle uova insanguinate (che Dio mi perdoni), il suo Halloween o Nightmare che dir si voglia. Da mungere e mungere e mungere ancora - se mai una gallina può essere munta. Così, se pure il burattinaio dietro le quinte delle truculenze della saga è cadavere (e che cadavere) da un paio di episodi, ecco un altro appuntamento con questa serie che – rispetto ai corrispettivi degli anni 70 – 90, non concede alcuna parentesi umoristica e ci prepara al peggio fin dal sorriso della maschera s
In La città verrà distrutta all'alba un misterioso virus infetta le menti degli abitanti di Ogden Marsh. Diretto e interpretato da Breck Eisner, è il remake dell'omonima pellicola firmata da George Romero nel '73. Ma senza la carica politica dell'originale
di Andrea B. Previtera
La cttà verrà distrutta all’alba, e benchè tutta la nostra comprensione vada agli sfortunati abitanti di Ogden Marsh, aggiungiamo che va benissimo così: lo spazio di una notte è tutto quel che serve a dipanare l’ennesima vicenda di zombie, interventi militari non propriamente chirurgici ed eroi improvvisati. Correggiamoci subito: non semplicemente l’ennesima, bensì il remake di una tra le primissime vicende – la pellicola dal titolo gemello firmata da George Romero nel 1973. Quasi quarant’anni di vita eppure il gene
Il licantropo Benicio del Toro e il padre-padrone Anthony Hopkins si affrontano tra atmosfere gotiche e gesta splatter. E' Wolfman di Joe Johnston, un horror che racconta il trionfo dell'istinto sulla ragione
di Marco D'Egidio
Neanche a farlo apposta, in due mesi il cinema ha portato in scena due tesi opposte. Sherlock Holmes, il “fumetto” di Guy Ritchie tutto azione e deduzione, rappresenta la vittoria della ragione positivista sulla superstizione e la magia; al contrario, Wolfman, il remake di Joe Johnston dell’omonimo film del 1941, simboleggia il trionfo dell’istinto sulla civiltà della ragione: come se le leggi che ci impediscono di essere lupi gli uni con gli altri fossero una forzatura della natura umana cui, di tanto in tanto, non si può non trasgredire. Sem
L'osannato Paranormal Activity di Oren Peli è un semplice prodotto amatoriale ben sostenuto dal marketing. Prosegue il filone dell'horror iper-realistico alla Blair Witch Project, ma con una differenza fondamentale
di Andrea B. Previtera
Ho una parola per Certi Altri Recensori. Un atto d’accusa. Voi siete collusi, pentitevi, confessate, tirate fuori i nomi della cupola. Perchè da qualche parte dev’essere pur iniziata questa trama massonica, questa criminosa cospirazione in grado di portare sul grande schermo una pellicola come Paranormal Activity. E non solo: di farla ascendere ad un dato misurabile successo. Paranormal Activity non è un film. E’ un prodotto che si sarebbe potuto definire semi-amatoriale sul finire degli anni ’90. Sorpresa! Siamo nel duemila e oggi l’etichetta &ldqu