Mattia Torre, uno degli sceneggiatori di Boris, porta sul palco Valerio Aprea e Valerio Mastandrea in un incidente frontale che vale come una guerra civile: due parti opposte del nostro paese che hanno abbandonato il confronto ideologico per darsi battaglia nel quotidiano
di Maria Rosaria Corchia
Lo scontro violento tra due scooter che dà principio a Qui e ora è solo l’anteprima di uno scontro umano che si svilupperà nella pièce, un carnage metropolitano all’italiana, nel quale finiscono, decisamente nolenti, due uomini di mezz’età. La scena è semplice: un incrocio appena fuori Roma dove è accaduto l’incidente, un segnale, il limitare della strada e nessun altro elemento, solo la sirena di un’ambulanza che passa ma non si ferma, il rumore di un elicottero che sorvola la zona. Aurelio è uno chef
Il capoluogo piemontese che ha ospitato i giochi invernali nel 2006 si ritrova indebitato fino al collo. In Chi Comanda Torino, Maurizio Pagliassotti approfondisce la vicenda e trova una città svenduta ai cosiddetti 'poteri forti', dove banche e palazzinari dispongono di ogni singolo metro quadrato.
di Gaetano Farina
Ai torinesi le Olimpiadi Invernali del 2006 sono state vendute come un’opportunità irrinunciabile per la rigenerazione del tessuto sociale ed economico. A più di cinque anni da quell’evento, però, Torino si ritrova comune più indebitato d’Italia: i piani di “riqualificazione” e le strutture olimpiche sono stati pagati solo in parte da Stato e privati; non sapendo come riutilizzarle, la maggior parte delle nuove strutture destinate alle discipline sportive (specialmente i siti e gli alberghi di montagna) sono rimaste un costo tanto
L'attrice torinese Laura Curino porta a teatro uno spettacolo ispirato alla tragedia delle vittime dell'eternit che di recente ha trovato sentenza in tribunale. A parlare, attraverso un pulviscolo di amianto, sono gli 'oggetti' dei luoghi di lavoro. Una dedica alle vittime tardive dell'"Italia in crescita"
di Sergio Buttiglieri
Malapolvere, l'ultimo lavoro di Laura Curino, ci racconta una delle tante assurde storie del nostro tempo. Quella dell'amianto che ha ricoperto innumerevoli tetti d'Italia, giusto il tempo che qualcuno si accorgesse dei pericoli che rappresentava per chi lo lavorava o per chi semplicemente lo aveva vicino. É una storia simile a tante altre. In futuro potrebbero informarci che le radiazioni dei telefonini sono altrettanto pericolose, ma anche per quello sarà troppo tardi. Prioritario, sia per l'amianto, sia che per la telefonia mobile, é vendere il prodotto. La mod
Impresa editoriale nata a Torino da qualche mese, è una realtà in controtendeza: piccola in un mercato di colossi, fondata da ragazzi in un mondo di anziani, attiva e innovativa in un settore povero di guizzi. Pubblica testi scientifici ma anche divulgativi, e progetta di allargare il campo d'azione. E ha tutte le carte in regola per diventare un caso
di Gaetano Farina
Nella miriade di pubblicazioni dedicate alla dieta ed alla salute alimentare che hanno ormai invaso le librerie, ci ha stuzzicato più di tutte, sin dal titolo, quella che forse risulta meno quotata in termini di comunicazione pubblicitaria: Una mela al giorno: ma quale?. Curata da due professori dell’Università di Parma, il biologo nutrizionista Augusto Innocenti e lo psicologo Carlo Pruneti, si è rivelata, sin dalle prime pagine, una guida agile, discorsiva, ma allo stesso tempo esaustiva del problema centrale della nostra alimentazione, trattato in tutti i suoi asp
Dopo le controversie con l'attore protagonista Adrien Brody, esce finalmente nelle sale il nuovo film del più regista romano. La vicenda di Giallo-Argento è ambientata a Torino, la stessa città che ha fatto da teatro a Profondo Rosso. L'ispirazione, neanche a dirlo, non è più la stessa
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La vita del recensore cinematografico diventa sempre più dura in tempi di calure estive. Perchè, a parte i micidiali benefici dell’aria condizionata, sugli schermi comincia a scorrere il peggio. Come quest’ultimo film di Dario Argento, che esce due anni dopo la distribuzione in home video a causa di un contenzioso con il protagonista Adrien Brody, abituato a mettere il naso dappertutto. Siamo nuovamente a Torino, città elettiva del regista, già ben altrimenti rappresentata in Profondo rosso (1975) e in Non ho sonno (2001). Ma scordatevi le filastr
Dopo il primo, fortunato Tasca di Pietra, Matteo De Simone, scrittore e musicista, torna con un romanzo calato a fondo nella miseria dei nostri giorni. E' la triste storia d'amore del moldavo Roman e l'italiana Giulia, due "ragazzi di vita" tenuti insieme dalla disperazione
di Alessandra Minervini
Maurizio Blatto, noto critico di Rumore, è proprietario di un longevo negozio di dischi. In questi racconti descrive con tenerezza manie, tic e piccoli feticismi degli appassionati che incontra ogni giorno: a ciascuno un soprannome, un capitolo e una colonna sonora. Molta ironia, ma anche un po' di tristezza
di Simone Dotto
Il solo fatto di scriverne qui, da queste pagine virtuali, ci pone già dall’altra parte della barricata. Fra quelli che, d’accordo, sarà anche bello l’odore o il fruscio della carta stampata, bella la sensazione poter toccare con mano gli oggetti a cui si è affezionati: però, specie quando si tratta del tipo di oggetti di cui di solito ci si occupa da queste parti, quel che conta alla fine è il contenuto più del contenitore, no? Beh, no. Almeno, non per tutti. Giornalista musicale e storico collaboratore della rivis
di Redazione
La nuova frontiera della comunicazione politica? Una provocazione potenzialmente costruttiva? Qualcosa che sembra una provocazione ma che in realtà fa leva sul populismo più retrivo? Il modo vincente di scuotere gli elettori? Oggi per la strade di Torino sono apparsi i cartelloni pubblicitari di un nascente partito. Indipendentemente dal programma, che ancora non si conosce nei dettagli, a voi il giudizio sullo stile della campagna. E a proposito di manifesti elettorali, rileggete anche E adesso, pubblicità di Bruno Ballardini
E gli israeliani, e i marocchini, e gli armeni... ospite dalla rassegna MiTo, il compositore spagnolo ha raccolto musicisti da tutto l'oriente e invaso il conservatorio di Torino con la sua personalissima idea di fusion. Stasera si replica a Milano
di Dario De Marco
D’accordo, non si dovrebbe fare, perché la recensione di un concerto il giorno dopo a chi interessa, si dice: gli appassionati se lo sono andato a vedere e non hanno bisogno di leggersi il pezzo, gli indifferenti non se lo sono andato a vedere e non gliene frega niente di leggersi il pezzo. Eppure. Magari c’è l’appassionato che voleva e non ha potuto, magari c’è l’indifferente che non sapeva quello che si perdeva. E poi, la segnalazione non è inutile, sono varie le possibilità di recuperare. Quali? Lo vediamo alla fine &n
Sfratto previsto il 30 giugno per la radio torinese che da sempre ha legato il suo destino a tutti i movimenti "contro". Sintonizziamoci con lei per augurarle almeno altri diciott'anni di attività
di Redazione
Grande scienziato o cialtrone? Socialista o reazionario? Dedito alla causa degli ultimi o razzista? A più di cento anni dalla morte non si placano le polemiche sul fondatore dell’antropologia criminale, che pretese di leggere in crani e pollici le cause della delinquenza
di Angelo d'Orsi
Visita al Museo di Antropologia Criminale di Torino, intitolato al celebre positivista
di Franco Milanesi
Il positivismo è stato oggetto in Italia di svariate accuse: ipertrofia razionalistica, riduzione della vita a calcolo, istinto manipolatorio. Curiosamente questi rilevi sono mossi in un paese che ha visto il predominio di tutte le possibili forme di metafisica, idealismo, spiritualità. Queste critiche, in ogni caso, affrontavano snodi teorici di grande densità che oggi sembrano aver lasciato il campo ad accuse decisamente più grossolane. Alcuni gruppi su Facebook, che si muovono secondo la logica che omologa lo studio di un evento alla sua giustificazione, incolpan
Tra due domeniche blocco del traffico proposto da Chiamparino: aderisce tutto il Nord. Ma non basta: per evitare i terribili effetti delle polveri sottili servono misure più drastiche
di Dario De Marco
A un mese e mezzo dalle elezioni regionali, un viaggio negli slogan pubblicitari dei partiti. Per scoprirne delle belle: dal candidato che approfitta del cognome tristemente famoso, allo strano caso dell'agenzia che è noiosa o frizzante a seconda del cliente, passando per quelli che sono a livello dei poster da meccanico
di Bruno Ballardini
(Segnala anche tu un manifesto elettorale e recensiscilo) Riecco le elezioni. Dal dopoguerra a oggi, questo paese sembra costantemente impegnato in una infinita, interminabile, assemblea di condominio in cui, a cadenze regolari, viene chiesto ai condomini di votare per il rinnovo dell’amministrazione. Lo fanno organizzando una specie di festival. Il festival delle promesse. Si esibiscono per settimane sui manifesti e in televisione, e alla fine vince chi recita meglio le solite promesse di sempre. Come in tutti i festival, c’è anche una sezione “giovani” d
A Torino Noom tiene insieme fast food e qualità, tradizione e innovazione
di Antonella Giani