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FILM

I personaggi sono macchiette della mondanità contemporanea, la trama è un semplice pretesto che cede il passo a un'innegabile maestria cinematografica, le stesse parole sono inutili in confronto alle immagini. La grande bellezza è l'invenzione di una forma artistica capace - involontariamente mettendo in pratica un auspicio di Houellebecq - di rappresentare il vuoto


di Marinella Doriguzzi Bozzo

La grande bellezza si apre con una citazione da Viaggio al termine della notte di Louis Ferdinand Céline: "Viaggiare... fa lavorare l'immaginazione... il viaggio è interamente immaginario... ecco la sua forza... basta chiudere gli occhi". Tuttavia, poiché il protagonista de La grande bellezza è uno stanzialissimo scrittore che da quarant'anni non esercita più in quanto "non si può scrivere sul niente", forse sarebbe stata più adatta una frase di Michel Houellebecq: "La forma romanzesca non è concepita per r
24 Maggio 2013

TEATRO

L'attore (e regista) napoletano più in vista del momento si confronta autorevolmente con il grande drammaturgo suo concittadino. Campo di gioco Le Voci Dentro, un testo scritto di getto nel'immediato dopoguerra a scandagliare impietosamente le crepe che incrinano la pace famigliare


di Sergio Buttiglieri

Toni Servillo ha fatto centro anche questa volta. E’ riuscito a rileggere Eduardo De Filippo, trovando la giusta misura per restituircelo senza ingabbiarlo nelle modalità della pura commedia dialettale. In un tempo in cui il teatro è spesso una elegante routine, un luogo per ascoltare drammi che non ci riguardano e non trasmettono niente che non sia, per dirla alla Ottieri, “una speciale impegnativa deprimente noia teatrale”.   L'attore e regista partenopeo invece ha letteralmente riscoperto questa fulminante pièce scritta, poco dopo la S
11 Aprile 2013

FILM

In Viva la Libertà Toni Servillo si sdoppia: è il leader "latitante" di un partito favorito alle elezioni, ed è il suo gemello con problemi psichici. Recuperato dall'assistente personale (Valerio Mastandrea) del primo per rimpiazzare il fratello, finisce per cambiare davvero le cose. Una riflessione politico-esistenziale alla vigilia delle elezioni


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Questo è un film che sollecita contemporaneamente due facoltà opposte: la memoria e l'oblio. Per quanto concerne la memoria, i filoni si sdoppiano e si ritorna da un lato al film Il portaborse di Daniele Lucchetti (1991) che re-inaugurava il filone politico-civile poi portato avanti da Nanni Moretti con il Caimano (2006). Entrambi profetici per difetto, con l'allora onorevole Giulio Di Donato appostato nottetempo fra i velluti rossi delle poltrone per vedere il primo e dare immantinente fiato a tutto lo sdegnato orgoglio socialista, liquefatto pochi mesi dopo dallo scandalo
15 Febbraio 2013

SPECIALE VENEZIA 2012

Grande escluso dai premi della 69esima mostra di Venezia, Bella Addormentata non parla tanto della vicenda di Eluana Englaro, ma piuttosto del circo sociale e mediatico che le si scatenò intorno. Storie e conseguenze che si intrecciano anche da lontano, tra le quali però si perde la posizione dell'autore 


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Il grande potere significante nella presenza (o assenza) di un semplice articolo determinativo: La bella addormentata era quel personaggio fiabesco che viveva sottotraccia in attesa che un cavaliere - e magari berlusconiano - la riportasse con un bacio ai sogni della vita attiva; Bella addormentata, viceversa, non è tanto un personaggio, quanto una condizione, un modo sospeso di essere inerme, in balia di fedi "calcistiche" contrapposte e non dialoganti, perché rigide come tutte le verità possedute una volta per sempre.   In questo senso, Marco Bellocchio no
10 Settembre 2012

FILM

Ascesa e caduta della Parmalat. Andrea Molaioli porta sul grande schermo le storture del capitalismo italiano. Tra un Remo Girone troppo mite e un Toni Servillo appiattito sui suoi precedenti personaggi, più che un film di denuncia sembra un thriller: in cui il colpevole - cioè il responsabile delle truffe e della finanza creativa - alla fine non viene individuato 


di Simone Dotto

Think locally, act globally. Quando si dice la cattiva globalizzazione. Questo sta a simboleggiare la Leda (leggi Parmalat), che in dieci anni da casa produttrice di latte a gestione familiare si ritrova a essere una multinazionale a investimento diversificato - ma pur sempre a gestione familiare. Sotto l’egida di un uomo tutto casa, azienda e chiesa come Amanzio Rastelli, lavora da sempre il ragionier Botta, uno che il suo impiego di stratega economico se lo porta dietro anche nei weekend.   Eppure non basta: in ossequio ai soliti vincoli di sangue, gli verrà affiancata com
03 Marzo 2011

FILM

In previsione del centocinquantenario, Mario Martone rilegge l'unificazione nazionale in chiave anticelebrativa. Lungo e accurato, è il ritratto di una patria lontana soltanto nel tempo


di Andrea B. Previtera

Ma che vi credete, che sia facile raccontare il Risorgimento? Raccontare, dico io, la storia di quando l’Italia non era ancora neanche Italia, questo mondo rurale di illuminazione a olio, agricoltura, nobiltà e carboneria. Ah, la fa semplice il sussidiario delle scuole elementari: la barbetta di Mazzini, il barbone di Garibaldi, gli occhialetti di Cavour, i cannoni, e poi uno sfondo indistinto di figurine da presepe e cartapesta.   No che non è facile. Noi Credevamo ci prova con lo sbobinamento di tre ore e un quarto di pellicola. Tre ore e tre storie – con la s
18 Novembre 2010

FILM

Continua la "maledizione di Toni Servillo", così bravo da far girare tutti i film sul suo personaggio: il malavitoso meridionale, che in questo caso si trasferisce in Germania per sfuggire al passato. Tante conferme e una sorpresa: la regia di Claudio Cupellini, perfettamente a suo agio nel genere noir


di Andrea B. Previtera

Già, sembra proprio uno di quei patti con una zingara capricciosa: “Toni, avrai finalmente successo, un grande successo, ma sarai condannato ad interpretare sempre personaggi un po’ sconfitti dalla vita e un po’ malavitosi”. E così ecco un’altra ottima interpretazione di Servillo per Una vita tranquilla, di Claudio Cupellini.   Ed ecco, anche, un’altra recensione che si apre con un paragrafo sull’attore protagonista; il sospetto da parte del lettore è lecito: dlin dlin, campanello di moderato allarme – questo film &egrav
22 Novembre 2010

LIBRI

Un direttore d'orchestra che smette di dirigere, frastornato dai troppi suoni. E' la rappresentazione dei nostri tempi confusi data da Sconcerto, un spettacolo in cui si fondono poesia, musica e teatro. Portato in scena negli scorsi mesi, ora viene pubblicato il testo, un poema civile di grande attualità


di Giuseppe Grattacaso

Sconcerto è uno spettacolo di “teatro di musica”, secondo l'espressione coniata dai suoi ideatori. E' nato dall'incontro tra le sensibilità artistiche, diverse per tipologia di linguaggio, estremamente vicine nell'amicizia e nel comune sentire, del compositore Giorgio Battistelli, dell'attore e regista Toni Servillo e del poeta Franco Marcoaldi (in basso a destra). Di quest'ultimo è il testo che fa da base alla rappresentazione teatrale e che ora viene pubblicato da Bompiani nella collana Assaggi e Passaggi.   Il poemetto di Marcoaldi (non un libretto d'o
02 Novembre 2010

FILM

Ragioniere al carcere di Napoli, ogni sera perde al tavolo i soldi che ha rubato dalla cassa. Finché non sceglie di puntare tutto sull'amore per Lila. La regia è di Stefano Incerti, la sceneggiatura dello scrittore Diego De Silva, ma Gorbaciof si regge soprattutto su una straordinaria prova d'attore


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Insomma, non c’è niente da fare: pur non essendo degli sfegatati fanclubbisti da curva sud, già dal primo fotogramma in cui Toni Servillo compare si comprende che il film è lui. Spavaldo e consuntamente aitante, in un completo uguale dall’inizio alla fine e che lascia presupporre esercizi fisici e cattivo cibo, il sesso canino libero sotto i pantaloni, le gambe arcuate e i capelli piatti di brillantina: Marino Pacileo, alias Gorbaciof (dalla voglia di vino sulla fronte), trasuda disincanto e solitudine.   Siamo dalle parti di Le conseguenze dell’am
20 Ottobre 2010

RADIO

Interpreti del teatro che leggono grandi classici: questa la ricetta vincente di Ad alta voce, che su Radio 3 rievoca sensazioni d'infanzia


di Franco Milanesi

Rispetto ad altri paesi europei gli audiolibri in Italia occupano un settore irrisorio del mercato librario. E anche i reading pubblici, eventi di lunga e varia tradizione in tutto il mondo e presso tutte le culture, anche se più diffusi di un tempo, stentano a consolidare la loro presenza. Stupisce dunque che una trasmissione come Ad alta voce abbia incontrato favori così estesi, come dimostrano i dati di ascolto e gli attivissimi blog dei radioascoltatori. Stupisce anche che a fronte di tale successo la Rai non si doti di un archivio podcast della trasmissione, una memoria che
23 Dicembre 2009