E' il malanno dell'ultima stagione musicale e colpisce soprattutto i pianisti di casa nostra. Come Stefania Tallini da Roma: The Illusionist è un disco di piano solo, fatto di composizioni originali, eppure presenta tutti i sintomi della saudade
di Marco Buttafuoco
In questi ultimi anni il Brasile è diventato una sorta di terra promessa per molti musicisti italiani dell’area dell’improvvisazione. Non è però il samba e non è la bossa nova il genere cui guardano i vari Stefano Bollani, Bebo Ferra (leggi la nostra recensione), Nicola Stilo o il grande fagottista Rino Vernizzi. Non è stata la musica di Jobim a provocare a Gabriele Mirabassi una vera e propria folgorazione esistenziale. D’altronde samba e bossa sono solo le ultime isole di un vasto mare musicale, sul quale si accavallano onde di div
Se è vero che è il terzo disco quello della maturità, la Spalding supera brillantemente la prova. In Chamber Music Society la contrabbassista e cantante afro-ispano-americana aggiunge un trio d'archi al suo gruppo, e si conferma come uno dei fari nel panorama attuale
di Dario De Marco
Dopo il power trio di Junjo (2006) e le aperture pop e world di Esperanza (2008), l’uscita di Chamber music society consacra definitivamente Esperanza Spalding come una delle poche, se non l’unica vera novità degli ultimi anni, nel jazz e nella musica in generale. E questo nonostante il terzo album non sia un capolavoro – anzi probabilmente è il più imperfetto – o forse proprio perciò. Infatti la cifra di Esperanza Spalding è l’eclettismo dinamico, la capacità di aggiungere sempre nuovi tasselli al proprio mosaico (
E gli israeliani, e i marocchini, e gli armeni... ospite dalla rassegna MiTo, il compositore spagnolo ha raccolto musicisti da tutto l'oriente e invaso il conservatorio di Torino con la sua personalissima idea di fusion. Stasera si replica a Milano
di Dario De Marco
D’accordo, non si dovrebbe fare, perché la recensione di un concerto il giorno dopo a chi interessa, si dice: gli appassionati se lo sono andato a vedere e non hanno bisogno di leggersi il pezzo, gli indifferenti non se lo sono andato a vedere e non gliene frega niente di leggersi il pezzo. Eppure. Magari c’è l’appassionato che voleva e non ha potuto, magari c’è l’indifferente che non sapeva quello che si perdeva. E poi, la segnalazione non è inutile, sono varie le possibilità di recuperare. Quali? Lo vediamo alla fine &n
L'eclettico Luigi Cinque guarda all'Oriente come alle coste del Brasile, promette itinerari fra l'avanguardia europea e il jazz afroamericano. Luna reverse è un viaggio nella musica del mondo, ma fatto restando fermi
di Marco Buttafuoco
“L’arte contemporanea - afferma lo storico belga Han Hoet - non ama le etichette, la ghettizzazione, la divisione in specie, generi e stili. Ama i contorni sfumati, le toppe, le giunte, le sovrapposizioni, i collage: vuole la varietà, la quantità, le smorfie e le stramberie… si basa sul concetto che siamo sempre in fase d’apprendimento. E’ tutto un insegnare; gli altri a noi, noi agli altri”. E’ chiaro che sono parole che contengono una certa dose di insofferenza verso quel fenomeno che oggi va noto sotto il nome di "globalizza
Dal Rock en Seine allo Sziget, mappa dei migliori eventi dell'estate europea
di Simone Dotto
Ultima beffa di un genio della world music, Oriental Night Fever raccoglie tutti i grandi classici della disco anni '70 e li rivisita in chiave etnica. Con l'aiuto di Barbara Eramo e Stefano Saletti, YMCA e Disco Inferno incontreranno il bouzoki e il liuto arabo: nessuno snobismo, però. Solo una gran voglia di rimanere in pista
di Dario De Marco
Così un giorno il geniale, il multiforme, lo scomparso Hector Zazou decise di fare un disco con Barbara Eramo e Stefano Saletti, due musicisti italiani di area world. L'idea era appunto risuonare in chiave etnica, con strumenti e arrangiamenti tipici, che cosa? Boh... si partiva - raccontano i due italiens in un simpatico filmino che fa da making of al progetto - da un vago Mozart, o forse meglio Bach. No, ecco, trovato: Gesualdo da Venosa, il madrigalista pazzo. E mentre i tre scartabellano tra i cd per scegliere i brani da coverizzare, non ti rispunta fuori Disco Inferno, che li aveva
Un festival rock in mezzo al Sahara, tra i tuareg perfettamente a loro agio con chitarre elettriche e amplificatori: è il luogo dell’incontro tra gli americani Dirtmusic e i maliani Tamikrest, da cui nasce l’album BKO. Perché ormai gli esotici siamo noi
di Simone Dotto
Trent’anni fa, la vita di chi si dava alla world music era decisamente più facile: il musicista pop occidentale di turno (meglio se inglese, per via della sindrome post-colonialista) indiceva una conferenza stampa, rassegnava pubblicamente le dimissioni da rockstar e annunciava di voler partire alla volta di terre lontane. Africa, Asia, India, poco importava, pur di fuggire da questa viziata routine quotidiana di riflettori accesi e pubblici in delirio. Non passavano più di due anni che il nostro turista - ancora perfettamente sincronizzato sul fuso orario della discografia
L'arpa tradizionale del Mali incontra il violoncello: un'entusiasmante fusione di rock e minimalismo, jazz e musica araba. Perché tutto ha origine in Africa
di Dario De Marco