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TEATRO

Il monologo scritto da Laura Sicigliano e portato sul palco da Laura Curino rievoca la tragedia di quel marzo americano di inizio secolo, quando 146 giovanissime operaie morirono in fabbrica facendo la classica "fine del topo". Dietro a quella che celebriamo come Festa della Donna c'è una tragedia di dimensioni storiche


di Sergio Buttiglieri

Al Teatro Duse di Genova, mentre assisti a Scintille, l'ultimo, intenso monologo di Laura Curino, che aveva debuttato questa estate al Festival di Borgio Verezzi, ti rendi conto di come l'affermarsi della tradizione dell'8 marzo, seguita al tragico episodio avvenuto in una fabbrica d'America ai primi del XX Secolo, sia stata piena d'ostacoli. Ci sono voluti più di cento anni per avere l’elenco ufficiale delle vittime, con nomi, cognomi e nazionalità.   Tutte la lavoratrici provenivano dai paesi del vecchio Continente, compresa l’Italia, alla ricerca di un'in
04 Dicembre 2012

SPECIALE DONNE / 7

Anzi, è femminista. Perché è vero che nella storia ci sono sempre state grandi pensatrici, da Ipazia di Alessandria a Virginia Woolf passando per le mistiche medioevali. Ma solo grazie al movimento iniziato negli anni '60 hanno smesso di essere una simpatica minoranza per vedersi riconosciuta una creatività autonoma. E radicalmente alternativa alla visione del mondo maschile


di Chiara Zamboni

Il legame tra le donne e la filosofia è un fatto antico. Non si tratta solo di una scoperta degli studi femministi della seconda metà del Novecento, ma di una conoscenza di cui portano testimonianza storici e cronachisti antichi e moderni. Diogene Laerzio, Aristofane e Plutarco ne parlano nei loro scritti. Nel Seicento ci sono in Francia diversi testi che ricostruiscono la presenza di donne filosofe del passato.   Non è un caso che si tratti della Francia, dato che i salotti delle dame dell’aristocrazia e della borghesia del tempo soprattutto a Parigi avevano c
20 Aprile 2010

WEEKEND ATTUALITA'

Le donne come motore di crescita e sviluppo in tutto il mondo. Uno speciale a puntate del New York Times sulla condizione femminile rivela impensabili arretratezze, ma anche sorprendenti punte di progresso. Ad esempio nei paesei musulmani


di Giulia Stok

TFF. Che per gli italiani, se sono cinefili, tutt’al più significa Torino Film Festival, ma per il New York Times sta per The Female Factor. Ovvero, il fattore femminile, inteso come motore di crescita e sviluppo. È da metà gennaio che il quotidiano detentore di più premi Pulitzer al mondo pubblica un serie speciale dedicata alla condizione delle donne nel diversi continenti. Scorrendo le decine di articoli si scoprono impensabili sacche di arretratezza e altrettanto inattese punte di progresso.   Nell’avanzata Germania guidata da una donna (guarda
13 Marzo 2010

ATTUALITA' - NON E' UN PAESE PER DONNE? / 6

C’è un luogo in cui la solidarietà femminile non riesce a scavalcare le generazioni: è la famiglia. Al di là degli stereotipi da barzelletta sulla suocera, la Madre Del Maschio ha spesso la mentalità di un machista argentino degli anni ’50


di Alessandra Montrucchio

Il modo migliore di farsi un quadro degli stereotipi sessuali più diffusi in Italia? Leggere le barzellette de La settimana enigmistica. Pagina dopo pagina, si incontrano il Marito Abbrutito Sul Divano, il Capoufficio Che Se La Fa Con La Segretaria, la Moglie Spendacciona, la Moglie Pericolo Al Volante e la Suocera. Visto che gli stereotipi nascono dall’osservazione della realtà, non sono sempre falsi: mai barzelletta s’incentrò su un Capufficio Donna, e infatti le opportunità professionali sono assai dispari, tra maschi e femmine. Per non parlare del Ma
12 Marzo 2010

ATTUALITA' - NON E' UN PAESE PER DONNE? / 5

Da Vanessa Beecroft a Marina Abramovic, oggi le donne si sono fatte strada nel mondo dell’arte. Ma ancora alla fine dell’Ottocento non potevano neanche entrare in Accademia. Ricordiamo le anonime “suffragette” della pittura, sopravvissute a divieti, diffidenze, insulti


di Francesca Castellani

Mi hanno chiesto di parlare di donne e arte, ma non parlerò delle donne artiste: delle Zaha Hadid, delle Vanessa Beecroft, delle Sophie Calle, delle Marina Abramovic. Certamente a fatica e sgomitando in un mondo ancora maschilissimo, certamente concedendo molto (compresi i lugubri rituali di ossa, così di moda in questo lugubre presente), sono comunque quelle che ce l’hanno fatta, o meglio: hanno potuto farcela.   Non parlerò nemmeno delle “zie”: anni ’50-60, quando una Carla Accardi si faceva fotografare in borghesissimo golfino twin-set e cot
11 Marzo 2010

ATTUALITA' - NON E' UN PAESE PER DONNE? / 4

Nel Medioevo erano chiamate così le donne che non volevano né sposarsi né chiudersi in monastero, e vivevano libere di muoversi e pensare. Margherita Porete era una di loro, e giusto settecento anni fa venne condannata per eresia: aveva solo scritto che cercare Dio nelle chiese è da asini


di Luisa Muraro

Quest’anno è il settimo centenario della morte di Margherita Porete. Era una beghina e morì sul rogo. Beghina, così come ai nostri giorni femminista, è uno di quei nomi che gli uomini di potere rendono ridicoli e sospetti perché sono i nomi di donne indipendenti dal sistema di potere. Non ho niente contro gli uomini ma critico quelli che corrono dietro al potere e le donne che corrono dietro a loro. Beghine si chiamavano nel Medioevo quelle donne che non volevano né sposarsi né chiudersi in un monastero, e vivevano da sole o in piccoli gru
10 Marzo 2010

ATTUALITA' - NON E' UN PAESE PER DONNE? / 3

Il corpo femminile ridotto a merce, dalla tv alla politica. Intervista a Lella Costa, che si definisce attrice militante, ma non quanto vorrebbe. Dice: "Il femminismo ha sbagliato a parlare di differenza, le donne sono superiori". E avverte i maschi troppo aggressivi...


di Remo Bassetti

Proprio un attimo primo di parlare con Lella Costa mi è venuto in mente che quando si critica il modo di presentare l’immagine pubblica della donna ci si riferisce sempre alla televisione, ai giornali, alla pubblicità, al cinema. Ma il teatro? E’ l’esibizione pubblica delle origini, eppure sembra un territorio incontaminato sotto quel profilo. O mi sbaglio? Provo a chiederlo alla grande attrice. E’ proprio così. Ogni volta che qualcuno ha provato a giocare sul corpo femminile ci ha rimesso. Tipo Albertazzi che ha messo a recitare Valeria Marini, e n
09 Marzo 2010

ATTUALITA' - NON E' UN PAESE PER DONNE? / 2

Un no in amore per una donna pesa infinitamente più di un no istituzionale o politico: se quest'ultimo spinge alla lotta, l'altro deprime e basta. Perchè non essere desiderabile sessualmente è ancora considerato il più terribile stigma. E allora cerchiamo di sfatare questo tabù, provando a incassare rifiuti con stile
 


di Giulia Blasi

All’inizio mi sembrava una grande idea, questa di chiamare le donne a “prendere l’iniziativa”. Da quando non è più peccato mortale farlo in amore, non si capisce come mai sia diventato così difficile farlo in società. In amore, tutto sommato, siamo sempre più vulnerabili che in altri contesti. Un “no” incassato da un desiderato amante pesa infinitamente di più che un “no” istituzionale o politico. Il primo demoralizza, il secondo può persino galvanizzare, rinvigorire nella lotta. Non ci fermeranno
05 Marzo 2010

ATTUALITA' - NON E' UN PAESE PER DONNE? / 1

Intervista alla sociologa Chiara Saraceno, famosa per i suoi studi su famiglia e lavoro, oggi professore di ricerca a Berlino. Per scoprire che, purtroppo o per fortuna, la cultura maschile è così arretrata solo da noi


di Remo Bassetti

Professoressa Saraceno, a tanti anni di distanza dall’inizio delle lotte femministe cosa ne dice: avevano ragione quelle che dicevano che il nodo della questione era nella riproduzione e non nella produzione? Ma chi l’ha mai seriamente sostenuto, tra le femministe, che la posta in gioco non riguardasse il controllo del corpo della donna? E ancora oggi, dopo la legalizzazione dell’aborto e la diffusione della contraccezione, vediamo che la tentazione di vedere il corpo femminile come un luogo di passaggio altrui è stata tutt’altro che sconfitta. La fecondazione as
04 Marzo 2010