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TEATRO

Nella Livorno della ricostruzione, qualcuno erge palazzi e costruisce strade e qualcun altro va a fondo, per recuperare quello che i bombardamenti hanno fatto precipitare in mare. Il palombaro Scintilla, Andrea Gambuzza, è protagonista e autore (insieme a Gabriele Benucci) di Testa di Rame, una scrittura drammaturgica vernacolare tanto rara da essere preziosa


di Igor Vazzaz

Drammaturgia: croce e delizia del nostro teatro, d’una storia lunga, lunghissima, retta quasi esclusivamente sull’arte d’attore, sulla guittezza, quella furberia scenica che non è mera risorsa d’estemporaneo geniaccio, quanto sapere tecnico (fisico, corporeo, prim’ancora che teorico), bagaglio di risorse incarnate nel gesto più e meglio che nel pensiero. Va da sé che, in un panorama alla perenne cerca di pièce, così assetato di autori da gridare al miracolo non appena qualcuno indovini tre testi decenti in fila e così stor
18 Ottobre 2012

TEATRO

Letteralmente "sepolta" dai fiori sulla scena, la danzattrice Lisa May è protagonista della Preparatio Mortis di Jan Fabre: una celebrazione coreografata a rappresentare la fine delle nostre esistenze, che paradossalmente lascia perplesso lo spettatore per l'assenza di... vitalità. 


di Igor Vazzaz

"La morte sovrasta l'esserci. La morte non è affatto una semplice presenza non ancora attuatasi, non è un mancare ultimo ridotto ad minimum, ma è, prima di tutto, un'imminenza che sovrasta". Di certo Jan Fabre, nel concepire Preparatio mortis, non ha ignorate le riflessioni di Heidegger su quello che è il concetto limite, feticcio rimosso dall’orizzonte ideale della modernità. Si muore, in forma impersonale, ché sono sempre gli altri a defungere e nessuno assiste alla propria dipartita, vivendola (morendola) alla stregua di fatto. S&rsq
24 Luglio 2012

TEATRO

Contro la forma gaberiana del teatro-canzone si infrangono le più belle promesse e realtà contemporanee. Non fa eccezione, purtroppo, Morir sì giovane e in andropausa, un allestimento di Scena Verticale che Gaber non lo cita se non implicitamente: una satira 'cantata' sulla gioventù che non morde


di Igor Vazzaz

È inutile girarci intorno: se c’è uno scoglio contro il quale la scena italiana contemporanea finisce puntualmente per infrangersi è quello del teatro canzone. Imbarazzante, ormai, doverlo rimarcare, ripetere, ché sembra d’ergersi a caronteschi guardiani del repertorio, dell’esistente, del consolidato, cosa che, lo assicuriamo, è in toto aliena dalle nostre intenzioni e di critici e di appassionati: con la medesima e rassegnata onestà, dobbiamo però ammettere papale papale che, in dieci anni di riprese, omaggi e tributi, la qua
11 Luglio 2012

TEATRO

La pulzella d'Orleans "messa a nudo" nel claustrofobico allestimento della compagnia Teatro del Carretto (per la riscrittura scenica ad opera di Maria Grazia Cipriani) non considera la Storia ma soltanto la scena. Un'intensa interpretazione di Elsa Boni, per uno spettacolo che ancora aspetta di crescere   


di Igor Vazzaz

Teatro come spazio mentale, ossessivo, incavo fantasmatico, aperto alle materializzazioni proiettive del personaggio, frugato, setacciato, messo a nudo nella sua grottesca dimensione di solipsismo senza salvezza. Questa la traccia lungo la quale si dipana la recente poetica del Teatro del Carretto: e non parliamo solo di Giovanna al rogo, ultimo parto della scrittura scenica di Maria Grazia Cipriani (con i consueti apporti di Graziano Gregori per la parte visiva e Hubert Westkemper per quella sonora), ma pure degli immediati precedenti, l’Amleto qui recensito tempo fa e il Pinocchio del
12 Giugno 2012

TEATRO

Quella che Nanni Garella applica all'opera shakespeariana è letteralmente una ridutio: non solo perchè la scena è spoglia di grandi scenografie, lasciando solo attori e testo in scena, ma anche perchè gli stessi attori e lo stesso testo (riadattato) escono ridimensionati da una lettura troppo normalizzante. E l'allestimento diventa metafora dell'Italia teatrale...


di Igor Vazzaz

Un’ampia plaga, sgombra marina dominata dal celeste onnivoro d’un fondale in cui spicca una sfera luminosa a disegnar la luna. Il pavimento di teli descrive un lieve tracciato ondulare, suggerendo la morbida presenza di dune poco accennate. La personale lettura di Otello ad opera di Nanni Garella (che firma da solo traduzione, adattamento e regia) si consuma per intero in questo largo ambiente unico, aperto e disteso, nell’egemonia d’un ceruleo cromatismo che sfuma dall’azzurro intenso delle scene diurne a tonalità acquamarina e turchesi.   È u
29 Marzo 2012

TEATRO

Il pubblico confinato sui palchetti e il protagonista che si aggira dal palco alla platea e fino al foyer. Silvia Pasello, regista e attrice, rilegge la riflessione (meta)teatrale de Il Canto del Cigno. Il suo studio di riscrittura s'intitola L'Angelo dell'inverno, e aggiunge altri tasselli all'esile ma complesso copione originale


di Igor Vazzaz

Una luce men che flebile schiude la visione d’un quadro scenico che pare una fotografia sfocata. I fasci dei pochi riflettori carezzano senza illuminarla, una figura umana. Esile, capelli corti, biancovestita. La sala del minuto ma suggestivo Francesco di Bartolo di Buti ha un’aria surreale nella sua platea desertificata: non è un forno (termine gergale con cui si indica la drammatica assenza di pubblico), ma una scelta registica; gli spettatori presenti, infatti, sono stati dirottati nei palchetti, allargando a dismisura lo spazio tradizionalmente destinato all’illusi
27 Marzo 2012

TEATRO

Con Rumore di Acque il capocomico della compagnia del Teatro delle Albe recupera un titolo del 1985 e lo rende una trasfigurazione grottesca dell'attualità: l'ufficiale protagonista, un po' Gheddafi e un po' Charlot, "dà i numeri" e snocciola un elenco delle vittime del Mediterraneo. Un monologo difficile e, anche per questo, non riuscito fino in fondo


di Igor Vazzaz

Il Mediterraneo non è un mare, è un cimitero. La distesa d’acqua salata ricopre, nasconde, corrode i corpi, ne fa pastura ittica, stritola i legami cellulari dissolvendoli in una primordiale brodaglia organica. Lo stesso mare che è meta vacanziera agognata, talvolta esclusiva, a seconda del segmento di costa prescelto. Festa e tragedia convivono, nella mutua indifferenza. Ed è nell’ambito d’un progetto svolto nella sicula Mazara del Vallo, la città più araba d’Italia, che Marco Martinelli, capocomico, regista e autor di compagni
22 Marzo 2012

TEATRO

Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa danno voce un vecchio e sempre sottovalutato componimento di Giovanni Pascoli sull'immigrazione italiana in America. Buone le prestazioni di entrambi, ma non sempre l'attualità di quei versi si presta ai toni grandattoriali o all'accompagnamento delle canzoni 


di Igor Vazzaz

Prendiamo due artisti, un cantante e un attore, professionisti seri, apprezzati e apprezzabili, che uniscono favore di critica e celebrità, pur restando di nicchia, il che, se non garantisce introiti massicci, contribuisce non poco in termini di charme. Prendiamo uno dei nostri maggiori poeti, d’indubitabile statura artistica, benché non sempre, nella vulgata scolastica, gli si riconoscano i giusti meriti quanto a innovazione, preferendogli il pavone coevo (da non sprezzare come fatto dalla critica postbellica, non senza colpe) o i casinisti d’avanguardia manifestatis
01 Marzo 2012

TEATRO

L'indimenticato personaggio di Alfred Jarry restituito alle scene dall'allestimento di Roberto Latini: sbuca dal nulla e ci squaderna davanti un complesso gioco di scatole tutto teatrale, che va dai testi di Shakespeare al Pinocchio rivisitato da Carmelo Bene. Ma è molto di più del solito rosario di citazioni...


di Igor Vazzaz

Merdra! Non si può iniziare altrimenti. La storpiatura escrementizia con cui ha inizio il testo del giovane Jarry è sciente disarticolazione logico-sonora che rompe un silenzio atavico per lasciar dietro sé il cadavere del linguaggio, un simulacro tumefatto e inerte. Arrivare a Ubu dal niente assoluto, dal nitore di quella scatola vuota che è la scena: la prima visione offertaci da Roberto Latini e Fortebraccio Teatro è muta, sospesa in una dimensione metafisica e inquietante. Un sole (o un gong?) disegnato dalle luci sul fondale ed ecco l’ingresso sile
22 Febbraio 2012

TEATRO

Claudio Longhi porta in scena La resistibile ascesa di Arturo Ui, il copione satirico brechtiano sulla scalata al potere del Führer: dalla Germania anni '30 l'azione si sposta in una paradossale America di gangster


di Igor Vazzaz

Chissà se al Bertolt Brecht di La resistibile ascesa di Arturo Ui sarebbe piaciuto Il caimano di Nanni Moretti: in entrambi i casi, l’arte al confronto d’una (possibile) rappresentazione del realtà. Da un lato, parodizzandola per elevarla a esempio, dall’altro, descrivendone, grazie alla trasfigurazione satirica, i gangli e i meccanismi, sociali e psicologici, più profondi. Le distanze tra le opere e i rispettivi autori paiono ovvie, sorvolando su differenze d’epoca e d’espressione, col primo legato alla dimensione epica e il cineasta impegnat
24 Gennaio 2012

TEATRO

Tra le forme che stanno ridando vita ai film "di non fiction" c'è anche questa: la non fiction che non è nemmeno film. Andrea Roncaglione porta un suo mancato progetto documentaristico-narrativo sugli animali sui palchi teatrali con Avrei preferito essere Jacques CousteauSorpresa e risate sono assicurati


di Igor Vazzaz

In un’epoca caratterizzata dalla debordante presenza dell’informazione e dalla fallace impressione di poter accedere a qualsiasi dato possibile, quella del documentario è un’espressione che ha subito varie contaminazioni, specie grazie alle declinazioni offerte dal mezzo televisivo. Non solo con “la cultura in prima serata” in forma di (pseudo)scienza o reportage storico, ma pure come rielaborazione formale: piccolo e grande schermo sono ormai assai frequentati dal mockumentary, fiction presentata come documentario oggettivo, a sottolineare quanto sia probl
18 Gennaio 2012

TEATRO

Dai trascorsi come cabarettista e comico televisivo, Paolo Hendel approda ai testi del teatro classico (o quasi) con la collaborazione di Leo Muscato. Il drammaturgo fustigatore dei costumi viene messo a sedere sulla poltrona di un talk show scandalistico, con tanto di citazioni dalle sue opere. Buon tentativo, ma non basta


di Igor Vazzaz

La comicità italiana ai tempi del governo dei professori: questione cruciale a proposito d’un intero panorama che, negli anni, parrebbe essersi incagliato nelle basse maree dell’antiberlusconismo, alla stregua del mesto centrosinistra cui è spesso organico. In tal senso assistiamo con curiosità al nuovo spettacolo di Paolo Hendel, comico per di più toscano, ormai attributo umoristico contemporaneo.    Il glabro fiorentino muta spartito e, dalla versione di stand up comedian nostrale (in una linea che unisce, con diverse declinazioni, Benigni, P
11 Gennaio 2012

TEATRO

Le scene italiane riaccolgono il mitico testo scritto a quattro mani da Alessandro Benvenuti e Ugo Chiti nel 1987, un classico della comicità (non solo) toscana. Se l'ex Giancattivo firma ancora la regia, a vestire i panni di Giorgio Gori è ora Carlo Monni, con differenze e varianti del caso


di Igor Vazzaz

Sembra un paradosso, ma il teatro italiano, così come cinema e tv, ha un debito in sospeso nei confronti della Toscana in tema di comicità. Non ci riferiamo a Benigni, alfiere induscusso, né tantomeno ai “miracolati di Cecchi Gori”, la generazione dei Pieraccioni, Panariello e Conti, lanciata nel corso degli anni Novanta e che ha avuto il merito (o la colpa) di sfruttare l’onda, scadendo quasi costantemente nel cartolinismo umoristico, perpetrazione asfittica d’un modello edulcorato, standardizzato e svuotato d’ogni pregnanza.   Pensiam
15 Dicembre 2011

TEATRO

Il copione più famoso di William Shakespeare destrutturato dalla regia di Claudio Autelli, che lascia i due leggendari amanti soli in scena, con pochi comprimari e senza le scenografie veronesi ad accompagnare. Nel concentrarsi esclusivamente sull'ossessione amorosa, però, va perso un po' del quadro generale


di Igor Vazzaz

Non pare una coincidenza il fatto che uno dei capolavori scespiriani più ripresi negli ultimi anni - quello del Bardo è ben a ragione il repertorio più frequentato dell’intero teatro occidentale - sia Romeo e Giulietta: parliamo d’un classico dei classici e siamo certi che se, da un lato, l’inflazione del “sentimentale” contribuisce non poco al successo della tragedia veronese, dall’altro, le infinite declinazioni possibili d’un testo tanto conosciuto da risultar iconico giustificano a sufficienza il gran numero di messe in scena.
06 Dicembre 2011

TEATRO

Il centocinquantenario dall'Unità d'Italia ha spinto i protagonisti della narrazione teatrale a rinnovarsi: cerchiamo di capire cosa cambia e cosa resta attraverso un parallelo fra gli spettacoli di due grandi affabulatori. Ascanio Celestini, con il suo Pro-patria. Senza processi, senza prigioni e Fabrizio Saccomanno, impegnato in Iancu. Un paese vuol dire


di Igor Vazzaz

Croce e delizia della nostra contemporaneità scenica, il teatro di narrazione sembra attraversare un momento di profondo ripensamento, con i suoi principali alfieri impegnati in ricerche espressive a rigenerare una forma per ovviare a un momento di stasi. Il centocinquantesimo anniversario dell’Unità italiana non poteva che rappresentare un notevole stimolo per i teatranti tutti, e in particolare per coloro che da anni si cimentano nell’arte del racconto: abbiamo così assistito a una serie di allestimenti caratterizzati da tentativi d’evoluzione stilistic
30 Novembre 2011