Leo Muscato porta sul palcoscenico il capolavoro di Pedro Almodovar: è il gioco del teatro dentro il teatro, portato all'ennesima potenza. Ottime prove delle attrici, fra la disperazione di una donna che ha perso suo figlio e i tanti paradossi dell'amore
di Sergio Buttiglieri
Mettere in scena un film di successo è in generale una lotta impari. Se poi ci si deve rapportare a quel genio visionario di Pedro Almodovar la cosa si fa ancora più complicata. Occorre far dimenticare la fascinazione del linguaggio cinematografico lavorando su altri fronti, scavando sullo specifico teatrale degli attori in scena davanti ad un pubblico reale. Questo Tutto su mia madre di Leo Muscato reduce da un debutto con gran successo al Teatro Goldoni di Venezia e ora in replica al Teatro Eliseo di Roma, è un buon tentativo che forse av
Si può danzare sulle teorie di un antropologo? Tristi Tropici è l'esperimento del coreografo Virgilio Sieni, che sulle musiche di Francesco Giomi ha ideato uno spettacolo ispirato proprio all'autore de Il pensiero selvaggio
di Sergio Buttiglieri
Ritrovare la stessa emozione di quando negli anni ’70 si leggevano gli scritti di Claude Levi Strauss in questo ultimo visionario lavoro coreografico di Virgilio Sieni è stata una vera sorpresa. Qualche anno fa ci aveva stupiti con il suo viscerale assolo sulle Variazioni Goldberg di J. S. Bach (ancora in tournée), e già allora non credevamo possibile che attraverso il suo materico corpo di danzatore si riuscisse a transustanziare l’essenza del mitico lavoro che anticipò i minimalisti contemporanei alla Philip Glass - che a questa composiz
Lo scorbutico e cinico filosofo ci conduce in un grottesco viaggio alla volta dell'America, ultima speranza di un occidente che muore. E' una fantasia di Thomas Bernhard, portata oggi in scena da Alessandro Gassman
di Sergio Buttiglieri
Thomas Bernhard per tutta la vita è stato - sua definizione - un "disturbatore della pubblica quiete". Questo recensore del caos oltre a raccontare sempre se stesso con i suoi scritti è riuscito a svelarci l'infelicità intrinseca all’esistenza stessa. E anche questo suo vecchio e intrattabile Immanuel Kant (magnificamente interpretato da un lucido Manrico Gammarota), non fa eccezione. Malato di glaucoma durante un improbabile viaggio della speranza verso l’America, Kant è il ritratto metaforico della cecit&
Tre storie infelici ispirate all'Italia di oggi si incontrano sotto la regia di Carmelo Rifici. Sospeso tra colorati momenti di danza e scene di scuro realismo, lo spettacolo indaga su solitudini e frustrazioni del nostro tempo, ma non riesce a fare luce fino in fondo
di Sergio Buttiglieri
Le intenzioni erano sicuramente buone, ma lo spettacolo di Carmelo Rifici che ha inaugurato in Prima Nazionale Assoluta la Stagione del Teatro Due di Parma non ci ha convinto del tutto . Forse il testo di Sonia Antinori non è riuscito a legarsi appieno col malessere del nostro tempo, pur avendolo esplorato in tutte le sue dimensioni, quasi avessimo in mano un telecomando - strumento iconico del nostro essere multitasking, ossessionati come siamo dalla iper comunicazione per poi ritrovarci "scollegati" anche da chi ci sta accanto. Saranno state le danze,
Ha toni piuttosto attuali la scura tragicommedia Misura per misura, portata in scena da Marco Sciaccaluga e interpretata da Eros Pagni. Scenografia di design e colonna sonora a base di Tom Waits fanno da sfondo a un intreccio di opportunismi e doppi giochi
di Sergio Buttiglieri
E’ un vero piacere assistere alla recitazione di Eros Pagni, disincantata nel ruolo del duca di Vienna ma che diventa sorniona quanto basta quando indossa il vestito da frate. Questa nuova produzione del Teatro Stabile di Genova con la regia di Marco Sciaccaluga ha centrato l’obiettivo, contaminando lo shakespeariano Misura per Misura di elementi contemporanei: a cominciare dalla musica di Tom Waits che, con la sua inconfondibile e pastosa sonorità, punteggia con il giusto sapore alcolico la vicenda e tutti i personaggi: i protago
Il russo Polunin torna in Italia con il suo apprezzatissimo Slava's Snowshow: una serie di gag poetiche e festose, che ricordano Chaplin e Marceau, e vanno ben al di là del circo
di Sergio Buttiglieri
Uno spettacolo travolgente, che vi attraverserà l’anima, che vi sorprenderà per poesia e precisione dei meccanismi teatrali. Slava’s Snowshow, giunto per la prima volta in Italia a Torino nel 2005, è stato visto in 25 paesi del mondo da oltre un milione di spettatori. E’ un apoteosi di trovate sceniche, di gestualità surreali che occhieggiano al grande Chaplin ma anche a Marcel Marceau. L’ideatore è il russo Slava Polunin, uno dei più grandi clown del nostro tempo, formatosi alla scuola di mimo di San Pietroburgo. Un arti
Proprio in questi giorni è alla mostra del cinema di Venezia con il film La pecora nera, applauditissimo. Ma quella del cineasta non è che la sua ultima incarnazione: scrittore, cantautore, documentarista e uomo di teatro, ci racconta quel fascino per la cultura orale che lega insieme tutto il suo lavoro
di Sergio Buttiglieri
Inizia domani la manifestazione di Sarzana dedicata alla creatività. Tre giorni di incontri che ci ridanno speranza nell'umanità. Ecco le nostre scelte
di Sergio Buttiglieri
La compagnia Mitipretese porta in scena Festa di famiglia, in una versione riscritta dal celebre giallista che mette insieme diverse commedie del maestro. E il testo, denso delle violenze che sempre covano nel primo nucleo umano, acquista potenza contemporanea
di Sergio Buttiglieri
Quando pensi a Pirandello subito ti viene in mente Il fu Mattia Pascal letto a scuola e, in seguito, le troppe rappresentazioni dei suoi testi teatrali, che ad ogni stagione sia dei piccoli sia dei grandi centri, ritroviamo immancabilmente in scena tutti gli anni, in genere senza particolari guizzi. Nel tranquillo pubblico borghese di provincia che frequenta il palcoscenico di prosa, c'è una sorta di rito dal sapore laicamente sacrale mentre assiste all'ennesimo Pirandello. Un piacevole riconoscersi (con quel tanto di giusta, quanto lieve, riprovazione) nei meandri pi
L'opera di Massenet rivive al Teatro Regio di Parma, nell'allestimento di Marco Carniti. Sul palcoscenico architetture sghembe e tortuose scenografie materializzano i tormenti d'amore del giovane eroe goethiano. In epoca di tagli, raccontiamo un'eccellenza italiana
di Sergio Buttiglieri
Cosa sarebbe Parma senza le serate di lirica al Teatro Regio? Ogni volta che si torna dentro questo prezioso scrigno ottocentesco, sempre laicamente affollato di melomani, se ne riassapora l'importanza e ci si rende conto che uno dei più piacevoli appuntamenti della nostra indaffarata esistenza è ritrovarsi in quel complesso meccanismo dell'opera lirica: una sorta di hortus conclusus in cui, quasi alchemicamente, si mettono insieme gli ingredienti più complessi (o se vogliamo più piacevoli) che mai abbia elaborato la cultura europea e prima di tutto italia
Il festival senese Voci delle Fonti propone in anteprima nazionale lo spettacolo di Giuliano Lenzi tratto dai racconti di David Foster Wallace
di Sergio Buttiglieri
Mi accorgo sempre più che i festival sono i momenti più fertili per scoprire la potenza del nuovo teatro, fondamentali occasioni per vivere in anteprima i lavori drammaturgici che poi magari gireranno in autunno nei teatri meno ingessati, quelli meno asserviti alle logiche di scambio. In più, durante i festival gli spettacoli in nuce vivono di una luce speciale proprio per i luoghi non canonici dove vengono messi in scena. E questo è proprio il periodo d’oro dei festival: ricordiamo quello di Drodesera, negli spazi da archeologia industriale
Abbiamo visto in anteprima nazionale l'ultimo spettacolo del radicale autore spagnolo, Esto es asi y a mi no me jodais
di Sergio Buttiglieri
Tutto ciò che è ornamento dovrebbe essere vietato per legge, ci ricorda ad un certo punto Rodrigo Garcia, parafrasando, magari inconsapevolmente, Adolf Loos, precursore dell'architettura moderna, in questo insonne splendido evento teatrale colmo di delicatezza. Siamo parlando di Esto es asi y a mi no me jodais, il cui protagonista alla fine ci rivela che vuole avere le cose per poterle perdere, proprio come la vista che non ha più. Pensavamo di ritrovarci dentro l'entropica irriverente rabbia dei suoi precedenti lavori, mentre questa volta Rodrigo Garcia, una delle
Nella cornice del Museo del Bargello di Firenze, Sandro Lombardi e Roberto Latini hanno debuttato con L'uomo dal fiore in bocca
di Sergio Buttiglieri
Ormai è una piacevole tradizione: ogni anno Sandro Lombardi, uno dei più interessanti attori del nostro migliore teatro - lo stesso che in passato ci aveva stupito con Gabriele D’Annunzio, Giovanni Testori e Thomas Bernhard - ci regala un’altra sofisticata interpretazione, all'interno di un contenitore eccezionale: il museo del Bargello di Firenze, che, come forse non tutti sanno, contiene notevoli capolavori, fra cui alcune sculture di Michelangelo e del Giambologna. Lo spettacolo si svolge nell'antico cortile colmo di decorazioni, attorno al pozzo su cui
Ovvero, in Paradiso. In anteprima nazionale, dopo il workshop della scorsa estate, lo spettacolo fiume di Peter Stein tratto dal romanzo di Dostoevskij va in scena alla Bicocca di Milano
di Sergio Buttiglieri
Per assistere a questo spettacolo, partendo dalla Liguria, ho rinunciato a un mare calmissimo e a un cielo finalmente sereno, e a una piacevole temperatura, finalmente coerente con il calendario. Quindi ero abbastanza contrariato all’idea di perdermi il primo giorno decente del maggio più piovoso degli ultimi anni, per sprofondarmi in un buio, immenso ex capannone industriale milanese del Gruppo Ansaldo (15.000 metri quadrati) dove la luce l'avrei rivista solo nelle pause, quasi fossi un carcerato nell'ora d'aria. Ma avevo prenotato da tempo e Peter Stein mi aveva recentemente don
Lo spettacolo shakespeariano nell'allestimento del Collettivo di Parma scuote nell'intimo gli spettatori, senza stravolgere il testo
di Sergio Buttiglieri
Shakespeare: quanto è piacevole leggerlo, tanto, visto a teatro, spesso annoia, perché non è mai abbastanza ben rappresentato, e mai le produzioni sono al livello della sua scrittura polisemica. Del resto, non è semplice restituire la ricchezza del suo linguaggio, i suoi sottotesti, la sua liricità, la sua inarrivabile crudezza e la sua eterna contemporaneità. Il Collettivo di Parma è uno dei pochi gruppi teatrali che non ci ha mai annoiato quando lo ha messo in scena. Ricordiamo ancora con piacere i loro irriverenti piacevolissimi Amlet