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ARTE

La mostra sugli Impressionisti debutta al Palazzo Reale di Milano, e poi partirà per una serie di tappe internazionali. Agli esordi e alle produzioni dei maggiori protagonisti del movimento (Monet, Degas, Renoir...) si affiancano le opere di precursori e "avversari". Un itinerario completo nella Parigi di fine Ottocento


di Anna Colafiglio

“Scrivete: Impression”. Così iniziò la storia di un movimento eversivo, in un periodo storico che l’eversione artistica ce l’aveva nel sangue, su tutti i fronti e in tutti i campi. Claude Monet, uno dei massimi esponenti di quella corrente che presto sarebbe divenuta, suo malgrado, una vera e propria scuola, decise di mettere la didascalia Impression sotto una delle sue opere rimasta senza titolo; non sapeva, però, che quel nome casuale sarebbe diventato l’appellativo, inizialmente dispregiativo, della rivoluzionaria corrente destinata a
14 Marzo 2011

MOSTRA

Dalla bombetta di Charlot a quella dei drughi di Arancia Meccanica, passando per le visiere basse dei gangster movies e l'immancabile accompagnamento al trench di Bogart. A Milano grazie alla Fondazione Borsalino un originale percorso sui copricapi più importanti della settima arte: per scoprire che cosa si sono messi in testa i divi di Hollywood


di Anna Colafiglio

Il primo impatto ha un retrogusto straniante: la maggior parte dei visitatori che gravitano negli spazi di questa mostra, indossa un cappello. Quello dello spettatore che, inconsapevolmente, diviene parte integrante di un’esposizione, è già di per sé un evento che sorprende piacevolmente e fa sorridere.   Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie, è una mostra ambiziosa, dedicata a quel singolare binomio che intreccia il cinema alla storia del costume; un intreccio all’interno del quale quello del cappello diviene inaspettatamente un compl
02 Marzo 2011

TEATRO

Un vecchio mozzo rimasto a terra, un catatonico prigioniero della sua infanzia e una vedova che festeggia il capodanno con il defunto marito. La Trilogia degli occhiali, nuova creazione della regista siciliana, raccoglie il punto di vista di chi si rifugia nel passato perché ha paura di vivere il presente 


di Anna Colafiglio

Ed eccoci di nuovo alle prese con Emma Dante, la superstar del teatro italiano, che riempie platee, attira applausi scroscianti e, ogni tanto, anche qualche dissenso in sordina. Eccoci alle prese con un nuovo spettacolo che ne condensa tre, autonomi gli uni dagli altri eppure indissolubilmente legati dal fil rouge di un oggetto che diviene astrazione simbolica: gli occhiali.   Acquasanta, Il castello della Zisa e Ballarini: tre capitoli di una saga nella quale i protagonisti sono “creature che usano gli occhiali per difendersi dal mondo e per guardarlo come meglio credono. Ognuno d
21 Febbraio 2011

ARTE

Togliere il superfluo dalla materia per far emergere la forma: è la lezione di Michelangelo, che il maestro francese ha fatto propria. Un grande innovatore che non aveva paura di ispirarsi alla tradizione: al Museo Santa Giulia di Brescia, tutta la sua opera viene ripercorsa attraverso il rapporto confidenziale con il Buonarroti


di Anna Colafiglio

“Si potrebbe far rotolare una statua di Michelangelo dall’alto di una collina fino a far scomparire la maggior parte degli elementi di superficie: la forma rimarrebbe comunque intatta”; parole di Henri Matisse, che riassumono in una vivida immagine l’essenza di questa mostra. L’accostamento è apparentemente impossibile. La strana coppia, si direbbe: Michelangelo e Matisse, il Rinascimento e il Novecento a confronto. Due mondi opposti, inconciliabili addirittura, se si vuol dar retta alla voce delle prime impressioni. Di fatto, però, addentrandoci neg
14 Febbraio 2011

TEATRO

Solo sul palco, Fabrizio Gifuni veste i panni di un padre e un figlio, a rappresentare il drammatico passaggio di generazione di cui parlavano gli Scritti Corsari e le Lettere luterane. Da quei testi, che quarant'anni fa descrivevano la realtà attuale, parte il suo monologo 'Na specie de cadavere lunghissimo, diretto da Giuseppe Bertolucci


di Anna Colafiglio

Si entra in teatro, si sceglie un tavolino e ci si accomoda sul palco. Come se si fosse al bar, o al cabaret, per scegliere un termine di paragone teatralmente calzante. La mediazione del palcoscenico è già annullata, e tanto basta per essere catapultati d’un tratto in quel flusso di parole che sanno tanto di profezia, di una disillusione arrivata troppo presto rispetto alla degenerazione successiva, troppo tardi per credere di poter prevenire la caduta.   Fabrizio Gifuni è protagonista assoluto di un monologo che attinge a piene mani dall’universo di Pie
24 Gennaio 2011

ARTE E POESIA

Doveva essere un progetto in comune tra la poetessa e l'artista Mimmo Rotella, un omaggio alla bellezza della diva americana. E' diventato la mostra Milano. Ultimo atto d'amore: un percorso parallelo fra le vite tormentate della Merini e della Monroe, fra la potenza dell'icona, della parola e del suono


di Anna Colafiglio

“Rido per te che mi canti / e canto per te che ridi”, scriveva Alda Merini accanto allo splendido volto di Marilyn Monroe profanato (o sacralizzato?) dall’intervento di Mimmo Rotella. Ci fissa dall’alto di una vecchia fotografia di lei bambina e diciottenne, la sua bellezza pura di allora che muta pian piano nel volto della poetessa che tutti conosciamo; una videoproiezione di due minuti che condensa una vita intera.   Entriamo negli spazi di questa mostra con il preconcetto della discordanza, domandandoci perchemmai abbiano deciso di accostare l’arte di Alda
20 Gennaio 2011

TEATRO

Cambia il testo di partenza - due racconti di Anna Maria Ortese - ma lo spettacolo è quello di sempre. Il mare rinnova l'irresistibile galleria di volti e personaggi novecenteschi disegnati dal maestro ottantunenne: storie talvolta drammatiche ma interpretate con il solito, affilato senso dell'ironia
 


di Anna Colafiglio

Arduo parlare di una leggenda del teatro contemporaneo come Paolo Poli. Arduo, soprattutto, racchiudere in poche righe lo strabordante estro creativo di uno dei maggiori protagonisti del teatro del secondo Novecento.    Ottantuno anni suonati, di cui più di sessanta consacrati alle fulgide glorie del palcoscenico, Paolo Poli torna alla ribalta con il suo nuovo spettacolo Il mare, dai racconti scaturiti dalla penna di Anna Maria Ortese tra gli anni Trenta e Settanta. Dopo Sei brillanti giornaliste del Novecento (2006) e Sillabari (2008, leggi la nostra recensione), il
07 Gennaio 2011

TEATRO

Tornano i bulli nati dalla penna di Nigel Williams. Nell'allestimento della Kitchen Company, diretta da Massimo Chiesa, gli spettatori siedono fra i banchi della Quinta C e assistono da vicino alle goliardate dei sei protagonisti. Tante risate amare, e un po' di retorica quando la riflessione si fa seria


di Anna Colafiglio

Ed eccoci qua, a presentare la consueta storia di una gioventù che si brucia sul nascere. La storia di quelli che vanno a letto la mattina presto e si svegliano con il mal di testa; di quelli che non hanno più rispetto per niente, neanche per la gente. E che lo dicono anche con un certo orgoglio. Vasco Rossi, le cui hit costituiscono lo scheletro musicale di Nemico di classe, non avrebbe potuto definire meglio l’oceano di cliché nel quale naviga felice o, almeno, noncurante, una certa fetta del mondo giovanile.    Il Nemico di classe della The Kitchen
10 Dicembre 2010

ARTE CONTEMPORANEA

Le sagome filiformi dello scultore italiano vengono ingigantite, moltiplicate e... vestite, pescando nell'immaginario collettivo: dal trench di Bogart al raso di Marilyn passando per Via col vento e Raperonzolo. Sono le Variations che l'artista concettuale americano ha pensato per la Fondazione Prada di Milano


di Anna Colafiglio

Provate a immaginare a una scultura a metà tra Giacometti e Degas, tra Marilyn Monroe e la Dorothy di Judy Garland nel Mago di Oz, tra Humphrey Bogart e… John Baldessari, nientemeno che lui. Moltiplicate questa scultura per nove, ingigantitela a dismisura e frazionate le citazioni artistiche, cinematografiche e, perché no, quel tocco da fashion victim che non fa mai male. Otterrete così The Giacometti Variations, l’installazione di John Baldessari creata appositamente per gli spazi della Fondazione Prada di Milano.   Mostro sacro dell’arte contempo
25 Novembre 2010

ARTE

Il pezzo forte è la Sala Mae West, il volto-soggiorno per la prima volta ricostruito fuori dal Teatro-museo della nativa Figueres. Ma questa mostra a Palazzo Reale di Milano ci guida alla scoperta di pezzi insoliti, a volte meno surrealisti e più intimisti, ma sempre geniali 


di Anna Colafiglio

“L’unica differenza tra me e un pazzo è che io non sono pazzo”. E capiamo subito che è vero quando, ad accoglierci nelle sale di Palazzo Reale, c’è quello scorcio di viso beffardo con l’inconfondibile baffo. Capiamo che questa eccentricità apparentemente folle è venata di una genialità senza pari, o forse sarebbe più efficace affermare il contrario. Sta di fatto che Salvador Dalì, il sogno si avvicina (brutto titolo, effettivamente) ci regala un viaggio sull’ottovolante delle stramberie e delle inquietu
11 Novembre 2010

TEATRO

Non è una pièce teatrale e nemmeno uno spettacolo di danza: in Passo l'attrice-performer Ambra Senatore gioca con abitudini e aspettative degli spettatori. Cinque bravissimi ballerini la accompagnano, in punta di piedi fra copione scritto e improvvisazione


di Anna Colafiglio

Accade che ci troviamo a pensare a tutti gli aspetti del quotidiano che non siamo più in grado di vedere. Accade, così, che ci sorprendiamo della nostra stessa indifferenza verso i piccoli atti di ogni giorno. Basta una piccola lente di ingrandimento per una sequenza di azioni, già viste, ma così amplificate da apparirci addirittura strane nel momento in cui modifichiamo la nostra prospettiva, il nostro modo di osservarle. Accade che guardiamo noi stessi dall’esterno e sorridiamo per la nostra credulità, per la nostra forma mentis rigida e inquadrata.&n
28 Maggio 2010

TEATRO

Il testo di Patroni Griffi che mette in scena trans e omosessuali creò scandalo alla sua prima rappresentazione. Oggi però nella regia di Melchionna appare ingessato e anacronistico


di Anna Colafiglio

Dalle poltrone del Parlamento alle luci della ribalta: sempre di teatro trattasi, potrebbe obiettare qualcuno, e noi non potremmo dargli torto. Sta di fatto che Vladimir Luxuria, l’unica a non essere dichiaratamente attrice, è colei che meglio riesce a portare avanti il dispiegarsi del dramma a più voci scritto da Patroni Griffi. Paradossale? Forse si.    L’ancora di salvezza dell’ultima fatica di Luciano Melchionna è proprio il testo del celebre drammaturgo e regista napoletano. Graffiante, duro, a tratti esilarante. Una camera ad ore nell
30 Aprile 2010

TEATRO

Il nuovo spettacolo della compagnia torinese nota per il teatro di ricerca è ispirato alle estasi di Santa Maria Maddalena. Ma Nel lago dei leoni stupisce solo per i primi dieci minuti


di Anna Colafiglio

Avevamo già visto i Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa un anno fa in … Ma bisogna che il discorso si faccia!, un monologo a più voci tratto da L’innominabile di Samuel Beckett, valso un Premio Ubu 2009 per la scenografa Daniela Dal Cin e un Premio 2009 dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per l’intera compagnia. Gli addetti ai lavori apprezzano e premiano il lavoro del gruppo torinese nato negli anni Ottanta, sempre distintosi per la ricerca condotta sul versante dell’impiego dello spazio scenico e della vocalità attoriale. 
20 Aprile 2010

TEATRO

Giuseppe Battiston si trasforma nel grande cineasta: la somiglianza è impressionante e la sua presenza scenica eccezionale


di Anna Colafiglio

L’audace è arrivato. Si può urlare al sacrilegio o brindare al coraggio: Giuseppe Battiston ha scelto di vedersela nientemeno che con lo spirito eccessivo e smisurato del grande Orson Welles. All’attivo ha un Premio Hystrio, un Premio Ubu, un Premio Olimpico del Teatro e una notevole somiglianza fisica con il celeberrimo cineasta.    Diretto da Michele De Vita Conti, Battiston sembra aver trovato nella figura di Orson Welles un autentico alter ego: sigaro in bocca, accappatoio bianco e accento americano, si getta in pasto al pubblico con vaga indolenza mette
23 Marzo 2010

TEATRO

Lev è un reduce di guerra che ha perso la memoria e scrive per cercare di ricordare. Una delle più solide compagnie di teatro contemporaneo, appena insignita del Premio Ubu, porta in scena la sua storia


di Anna Colafiglio

“La domanda di base è: un uomo è dato dalla somma dei suoi ricordi, o un uomo esiste a prescindere dal suo passato?” (Claudia Sorace)     Lev Zasetskij è stato un reduce di guerra: nel 1943, una scheggia gli aveva perforato il cranio portandogli via tutti i ricordi. Lev non aveva più memoria ma, nonostante questo, scriveva. Scriveva, e nelle pagine del suo diario troviamo tutta la forza della sua lotta contro l’oblio, il suo tentativo di ricostruire ciò che era stato per tornare ad essere quell’uomo che non conosceva pi&
10 Marzo 2010