Tra il Palazzo del Governatore e la Chiesa di S. Marcellino, Parma ospita una delle più significative (e defilate) personalità contemporanee. Le sue opere esposte in Naufragio con spettatore dimostrano che l'arte concettuale si basa sulle emozioni più che sulle interpretazioni cervellotiche
di Mirko Nottoli
Nei rinnovati spazi del Palazzo del Governatore, nella centralissima piazza Garibaldi, Parma omaggia uno dei grandi maestri della contemporaneità: Claudio Parmiggiani. Che però, a dispetto del cognome, non è nato a Parma ma in provincia di Reggio Emilia, a Luzzara, 67 anni fa. Ventuno stanze per ventuno opere, immerse in un bianco virginale e illuminate solo dalla luce naturale o poco più (motivo per cui vi si consiglia di non andare troppo tardi), per tratteggiare l’universo poetico dell’artista, fatto di cenere e polvere, fuoco e ombra, tempo e
Nel 1959 è autore di un Manifesto per l'arte autodistruttiva: lui le tele non le dipingeva, le faceva a brandelli con l'acido. La Galleria civica di Trento ospita Decenni 1959-2009, prima retrospettiva italiane dell'ottantaquattrenne di Norimberga (ma inglese adottivo): una storia di sperimentazioni senza mai perdere di vista l'etica
di Riccardo Bonini
La Galleria Civica di Trento è un centro di ricerca esuberante e meticolosamente attivo: sotto la direzione artistica di Andrea Viliani - 37 anni - propone un calendario poliedrico. Dopo la complessa esposizione (la prima in un'istituzione italiana) dell'artista olandese Melvin Moti (classe 1977) e il progetto affidato al trentottenne polacco Robert Kusmirowski (sicuramente uno degli artisti est-europei più interessanti), si riparte da un allestimento dal grande valore d'archivio, frutto di un'intensa attività di ricerca: Gustav Metzger – Decenni 1959-2009 &egra
Le sagome filiformi dello scultore italiano vengono ingigantite, moltiplicate e... vestite, pescando nell'immaginario collettivo: dal trench di Bogart al raso di Marilyn passando per Via col vento e Raperonzolo. Sono le Variations che l'artista concettuale americano ha pensato per la Fondazione Prada di Milano
di Anna Colafiglio
Provate a immaginare a una scultura a metà tra Giacometti e Degas, tra Marilyn Monroe e la Dorothy di Judy Garland nel Mago di Oz, tra Humphrey Bogart e… John Baldessari, nientemeno che lui. Moltiplicate questa scultura per nove, ingigantitela a dismisura e frazionate le citazioni artistiche, cinematografiche e, perché no, quel tocco da fashion victim che non fa mai male. Otterrete così The Giacometti Variations, l’installazione di John Baldessari creata appositamente per gli spazi della Fondazione Prada di Milano. Mostro sacro dell’arte contempo
Sessanta dei suoi cani hanno già invaso tutta Milano, da Piazza Duca d'Aosta a Palazzo Reale. Sbarco è l'esposizione che fa il punto sulla poetica dell'artista, da sempre attento ai temi dello smarrimento e della solitudine nella società moderna
di Cristina Geninazzi
Velasco Vitali sbarca a Milano con una mostra di straordinaria semplicità e bellezza. La condizione precaria del migrante e lo spaesamento dell’individuo nel rapportarsi agli altri sono le linee tematiche di questo viaggio tra metaforico e reale che l’artista ha declinato in quattro momenti diversi e in altrettanti gruppi di opere. Si parte dalla stazione centrale, centro nevralgico della città, in piazza Duca d’Aosta, dove si staglia l’avamposto della mostra: è lo Sbarco, appunto. Una barca di acciaio
Quando la stella della mondanità newyorkese ancora non esisteva, il pittore aveva già definito il suo stile. Lo dimostra l'esposizione The Early Sixties al Kunstmuseum di Basilea, che passa in rassegna settanta lavori dai suoi primi quattro anni di attività
di Giovanna Canzi
Cruciverba in bianco e nero, disegni che potrebbero essere pubblicati sul prossimo numero della settimana enigmistica (la serie Do It Yourself) e una sfilza di dollari disegnati in grandi e piccole taglie. Sono i primi anni di Andy Warhol a sfilare sotto gli occhi del pubblico del Kunstmuseum di Basilea. Aperta fino al 23 gennaio 2011, Andy Warhol. The Early Sixties rappresenta una bella occasione per riflettere sugli esordi del geniale artista, seguendo il processo creativo di un uomo destinato a diventare un’icona del suo tempo. Dedicata ad approfondire i primi quattro anni
L'eclettico Luigi Cinque guarda all'Oriente come alle coste del Brasile, promette itinerari fra l'avanguardia europea e il jazz afroamericano. Luna reverse è un viaggio nella musica del mondo, ma fatto restando fermi
di Marco Buttafuoco
“L’arte contemporanea - afferma lo storico belga Han Hoet - non ama le etichette, la ghettizzazione, la divisione in specie, generi e stili. Ama i contorni sfumati, le toppe, le giunte, le sovrapposizioni, i collage: vuole la varietà, la quantità, le smorfie e le stramberie… si basa sul concetto che siamo sempre in fase d’apprendimento. E’ tutto un insegnare; gli altri a noi, noi agli altri”. E’ chiaro che sono parole che contengono una certa dose di insofferenza verso quel fenomeno che oggi va noto sotto il nome di "globalizza
L'arte non va in vacanza: ecco un itinerario che setaccia in lungo e in largo la penisola, dalle installazioni sotto il sole di agosto al fresco condizionato dei musei. Crisi della cultura o meno, quest'anno anche chi resta in città non ha scuse
di Silvia Conti
Dove vanno in vacanza gli art-addicted in Italia? Invadono le città d’arte e si accalcano nelle salette dei musei come i visitatori-modello fotografati da Thomas Struth? Oppure rinunciano a installazioni e performance per sdraiarsi in spiaggia come i vacanzieri immortalati da Martin Parr? Mah. Il problema è che l’arte contemporanea non sembra interessare più gli italiani: colpa della crisi. Lo dice una ricerca presentata da Renato Mannheimer a inizio estate: gli appassionati di Koons, Hirst e Twombly si sarebbero dimezzati nel giro di due anni, dal 2008 al 2010
Altro che architettura prepotente che mortifica le opere: alla prova dei fatti il Museo d'arte del XXI secolo progettato da Zaha Hadid a Roma si svela in tutta la sua avvolgente accoglienza. Pareti che appaiono e scompaiono, mega installazioni e piccoli quadri, giochi di luce ed effetti sonori. Perché l'arte contemporanea è intelligente, innovativa, e soprattutto divertente
di Sandra Petrignani
Scanner è il nome dell'installazione che l'artista slovacco Matej Krén ha realizzato per il museo MAMbo di Bologna. Più di 90mila volumi impilati in una torre che supera gli 11 metri di altezza. Imponente allo sguardo, ma visitarla è un'impresa per chi ama le emozioni forti
di Alessandra Testa
Sublime claustrofobia da un lato, delirio di onnipotenza dall'altro. Sono le due sensazioni diametralmente opposte che vivrete se troverete il coraggio di abbandonarvi a Scanner, l'imponente installazione di Matej Krén in scena fino al prossimo 25 luglio al MAMbo, il museo d'arte moderna di Bologna. Per la prima volta in Italia, il vate degli artisti slovacchi ha realizzato un vera e propria scultura di pagine per una delle sale del white cube nato nel 2007 negli spazi che un tempo furono del forno del pane. Alta 11 metri e 70 centimetri e larga quasi altrettanto, l'enorme palizz
A Lugano la bella mostra Guardami ripercorre la storia della rappresentazione artistica del volto
di Remo Bassetti
Partiamo male. All’inizio della mostra Guardami. Lo sguardo e il volto nell’arte 1969-2009, il testo nella prima sala chiarisce il dilemma dell’esposizione: "E’ lecito tuttora pensare la rappresentazione del volto come indice di identità?". E’ evidente che di fronte a un interrogativo tanto stupido verrebbe voglia di andarsene, oppure di prendere per il bavero della giacca chi ha scritto questa roba e chiedergli se ci è o ci fa. Se però si continua, beh, ne vale davvero la pena. Tanti piccoli gioielli, e un montaggio coerente e
Visita al nuovo polo di arte contemporanea di Roma, progettato dall'architetto iracheno Zaha Hadid
di Federico Capitoni
Faticoso: pieno di scale, salite e – ovviamente - discese, il nuovo spazio museale di cui si fregerà Roma a partire da maggio del 2010, se visto vuoto, emana le suggestioni di un cantiere, ancorché pulito. È un Maxxi in bianco e nero quello di Zaha Hadid; il colore lo fanno le persone che lo visitano e la vetrata obliqua (anche questa in salita… o in discesa) che proietta la visione sulla via Flaminia, con i suoi palazzi rossi e gialli, con gli alberi e le siepi. E si scorge anche il campanile della chiesa di via Guido Reni, Santa Croce al Flaminio, testimone
La poliedrica artista giapponese in mostra al Pac di Milano è famosa per i pallini. Che utilizza in tutte le declinazioni possibili
di Silvia Conti
L’avevamo lasciata alla Galleria civica di Modena, portata in Italia per la sua prima antologica dai curatori Angela Vettese e Milovan Farronato. Era il 2007. Due anni dopo, l’artista giapponese Yayoi Kusama è di nuovo in Italia con I want to live forever, una monografica allestita al Pac di Milano, ed è un ritorno molto gradito. Curata da Akira Tatehata e realizzata in collaborazione con la Gagosian Gallery, la mostra inizia già all’esterno del Padiglione d’arte contemporanea: qui la Kusama ha collocato due coloratissime sculture floreali decorate