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FILM

In Pakistan il giovane professore universitario Changez Khan, idolo degli attivisti antiamericani, cade nella trappola di un'intervista con un fine nascosto. Il protagonista de Il Fondamentalista riluttante sarà, come la regista del film, attento spettatore della collisione di due universi differenti.


di Marinella Doriguzzi Bozzo

"I giovani non sono bravi mercenari, hanno bisogno di una causa". Peccato che il mondo sia un grande sopruso, e che ogni parte abbia le sue ragioni, ma chieda a ciascuno di schierarsi, tenendo presenti quei "fondamentali" consacrati che valgono tanto per gli analisti finanziari abituati a valutare le potenzialità di un'azienda, quanto per quei mondi religiosi che non ammettono la laicità della politica, o comunque assimilano la ragion di Stato a quella di Dio. Mira Nair, regista e sceneggiatrice indiana che vive a New York (dunque partecipe di due u
24 Giugno 2013

TEATRO

 L'irriverente monologhista Daniele Timpano continua la sua "storia cadaverica d'Italia", mettendo alla berlina nientemeno che il segretario della DC rapito dalle brigate rosse. Laddove gli altri incenserebbero, il suo teatro non conosce pietà.


di Igor Vazzaz

Stralunato, strampalato, stranito. Arriva in scena completo e cravatta scuri, quasi iena, tradito da un'andatura che fa del disequilibrio matrice poetica ed espressiva. Infantile e arguto, saettante e maligno, dà vita a un monologo estenuato, puntuto, in smarcatura perenne da quella coltre di retorica che sembra moneta unica in corso da parte di coloro che si prendono la briga di parlar di quegli anni Settanta così lontani (per orizzonti ideologici, pratiche sociali, rivendicazioni culturali) e così vicini (perché i problemi son quasi gli stessi e per aver costitui
14 Giugno 2013

MUSICA - JAZZ

 Claudio Cojaniz, pianista jazz e monkiano di razza, seduto di fronte all'antico ed imponente strumento a canne di Santa Maria dei Frari a Venezia vi improvvisa una suite intitolata Shadows of Coloursche gradualmente trascolora fino ad arrivare al.."giorno perfetto" di Lou Reed


di Marco Buttafuoco

Il jazz, per la sua storia e la sua natura, è anche musica rituale ed il rito è sempre, in qualche maniera evocazione e memoria. Data questa premessa proviamo ad immaginare un improvvisatore innamorato di Thelonius Monk e “dipendente “ dal blues come Claudio Cojaniz davanti ad un organo; non un hammond, o una tastiera elettronica, ma un vero organo da chiesa, strumento principe di altre e diversissime ritualità. Per di più un organo importante, quello della Chiesa de’Frari a Venezia, uno strumento costruito nel 1927/28 e considerato uno dei capo
10 Giugno 2013

FILM

Dopo Il gusto degli altri l'autrice francese torna in coppia con lo scenaggiatore Jean Pierre Bacri per una nuova commedia della normalità. Quando meno te l'aspetti conferma la sua capacità di tessere fiabe incantate da volti e vicende quotidiane. Quanto di meglio ci aspettassimo da loro...


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Escluso il Principe Nero del felpato, insinuante Benjamin Biolay, tutti gli interpreti di Quando meno te l'aspetti dispongono di una appropriatissima fisicità ordinaria, a partire dal protagonista e co-sceneggiatore Jean Pierre Bacri, che ricorda una specie di affinamento gallico di Pier Luigi Bersani. Si tranquillizza e si coinvolge lo spettatore, perchè si parla di gente anonima, anche se sotto l'iniziale metafora della fiaba, ben rappresentata dal titolo originale Au bout du conte (come sempre distorto dalla nostra acuta distribuzione, forse per depistare o s
10 Giugno 2013

FILM

Un cinema pieno di spettatori con gli occhi chiusi. Con Holy Motors il regista francese, con una provocatoria dichiarazione d’intenti che ricorda Lynch, sfonda (letteralmente) la quarta parete e mostra agli altri spettatori, a noi, che è tutta illusione


di Gabriel D'Amico

Un uomo d’affari si sveglia, saluta la famiglia e va a lavoro in limousine. Lungo il percorso sbriga compravendite finanziarie, fissa appuntamenti, ci aspettiamo che giunga da un momento all’altro in un ufficio ampio e illuminato. E qui arriva la prima sorpresa: l’uomo esce dai panni dell’affarista ed entra in quelli sbrindellati di una mendicante del lungosenna. È solo la prima delle nove trasformazioni nella lunga giornata del pirandelliano protagonista, un momento assassino e un momento dopo grigio padre di famiglia, musicista, miliardario morente, mostro del
06 Giugno 2013

LIBRI - SAGGISTICA

Come un'abile ventriloqua, la vincitrice di due Booker Prize, prende i grandi personaggi storici e li fa rivivere attraverso la penna. Il suo più recente lavoro riguarda Anna Bolena, che insieme al precedente Wolf Hall va a comporre i primi due capitoli di una trilogia sull'eclettico Thomas Cromwell


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Sì, sono già circa 1300 pagine e siamo solo a due terzi della parabola (nascita, ascesa e caduta) di Thomas Cromwell, artigiano, avventuriero, mercante, giurista, consigliere e poi primo ministro di Enrico VIII, ricchissimo tesoriere del regno, finissimo politico, motore di un'Inghilterra segnata dalle vicende private di un Re che tra annullamenti, divorzi, condanne a morte e conseguenti conflitti con la Santa Sede, segnò il distacco dalla chiesa di Roma (Atto di Supremazia del 1534) sciogliendo i monasteri e incamerandone i beni.   Eppure, nel caso di
04 Giugno 2013

LIBRI - NARRATIVA

Ancora l'Inghilterra anni '80, marcia e desolata, l'altra faccia del thatcherismo. Ancora storie di eroinomani, gli stessi che abbiamo già conosciuto in Trainspotting, ritratti qualche anno prima. Irvin Welsh, con la scusa del prequel vent'anni dopo, riscrive lo stesso romanzo di sempre: prescindibile eppure irresistibile


di Gabriel D'Amico

Metto le carte sul tavolo: quando si parla di Irvine Welsh perdo molta della mia obiettività. Se un giorno pubblicassero il suo diario delle medie, io sarei in fila al day one e nel leggerlo sarei un uomo felice e appagato. Con queste premesse, potete immaginare la mia reazione nel sapere che era prevista la pubblicazione di un prequel di Trainspotting. Al pensiero di centinaia di pagine di nuove avventure del trio Rents-Franco-Sick Boy il cuore si gonfiava d’attesa. Capirete bene che era difficile ripagare degnamente le aspettative di un fan terminale. Se Skagboys ci sia riuscito
29 Maggio 2013

TEATRO

Il regista lettone Alvis Hermanis appena un anno fa ci aveva letteralmente stregati con Sonja. Oggi, ospite al Festival Vie di Modena, si ripresenta con Onegin, versione poco convincente del grande romanzo in versi: e l'incanto, ahinoi, si spezza...


di Sergio Buttiglieri

Avevamo riassaporato recentemente la poetica di Alvis Hermanis in occasione del Festival Cantiere Europa di Firenze, dove ha presentato Sonja, uno dei suoi lavori più poetici. Lo spettacolo, visto per la prima volta a Modena, è di quelli capaci di lasciare quelle ferite emozionali che il teatro deve provocare, aperte e sanguinanti anche a distanza di tempo. In quella pièce, due bravissimi attori della sua Compagnia di Riga "danzavano" in perfetta sincronia mentre interpretavano due strampalati ladruncoli alla ricerca di chissà che cosa, dentr
27 Maggio 2013

FILM

I personaggi sono macchiette della mondanità contemporanea, la trama è un semplice pretesto che cede il passo a un'innegabile maestria cinematografica, le stesse parole sono inutili in confronto alle immagini. La grande bellezza è l'invenzione di una forma artistica capace - involontariamente mettendo in pratica un auspicio di Houellebecq - di rappresentare il vuoto


di Marinella Doriguzzi Bozzo

La grande bellezza si apre con una citazione da Viaggio al termine della notte di Louis Ferdinand Céline: "Viaggiare... fa lavorare l'immaginazione... il viaggio è interamente immaginario... ecco la sua forza... basta chiudere gli occhi". Tuttavia, poiché il protagonista de La grande bellezza è uno stanzialissimo scrittore che da quarant'anni non esercita più in quanto "non si può scrivere sul niente", forse sarebbe stata più adatta una frase di Michel Houellebecq: "La forma romanzesca non è concepita per r
24 Maggio 2013

TEATRO

Il Teatro Sotterraneo ritorna, e ancora una volta mira scardinare le nostre convenzioni sociali e comportamentali più radicate. Il seguito di Dies Irae è uno spettacolo cinico e irriverente, che spinge il pubblico a trovare del comico laddove saremmo portati a credere che non ci sia nulla da ridere


di Nicola Arrigoni

Si può ridere davanti ad una foto di corpi ammassati in una fossa comune, di fronte ad un bambino africano pelle e ossa con a fianco un avvoltoio che lo guarda in attesa di papparselo? Si può ridere di un malato terminale? Si può ridere di infiniti tentativi di suicidio? Queste alcune delle provocazioni lanciate in Homo ridens dall’irridente compagnia Teatro Sotterraneo, gruppo composto da Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri e Daniele Villa. I ragazzi di Sotterraneo si interrogano e ci interrogano sull’immoralità del riso, su
22 Maggio 2013

ARTE MODERNA

Mentre la crescita dell'industria plasmava il gusto della borghesia novecentesca, avanguardie artistiche e artigianato creativo si stimolavano e completavano a vicenda. La mostra in allestimento alla Fondazione Ragghianti di Lucca è un tentativo di riattualizzare il patrimonio italiano precontemporaneo


di Riccardo Bonini

Fragile, elegante, orgogliosamente legato al proprio passato, remoto o recente. Sono alcuni dei tratti eterogenei che interessano il carattere nazionale italiano, che si riversano nell’affascinante assunto La Forza della Modernità per Fondazione Ragghianti, Lucca. L’Italia indubbiamente non è un Paese votato al contemporaneo, forse non può esserlo (malgrado gli sforzi e i tentativi), forse invece lo è stato, ma solo in un passato remoto. Nelle sue vene scorre piuttosto il sangue del moderno e lo si riconosce bene in quella che dovrebbe essere una delle
21 Maggio 2013

FILM

Arriva nelle nostre sale il film che ha da poco aperto il festival di Cannes. L'altisonante eleganza del capolavoro di Francis Scott Fitzgerald fraintesa dal regista Baz Lurman (già autore di Moulin Rouge e Romeo + Juliet), rutilante ma fuori luogo, infedele ma non abbastanza per essere coraggioso


di Marinella Doriguzzi Bozzo

"Attraversammo un atrio spazioso e passammo in un salone luminoso color rosa, legato fragilmente alla casa dalle porte-finestre. Le finestre erano socchiuse e scintillavano bianche contro l'erba fresca che pareva spingersi sino in casa. Nella stanza spirava un vento leggero, gonfiava le tende spingendone un'estremità in dentro e l'altra in fuori come se fossero bandiere pallide, torcendole verso il soffitto ornato come una torta nuziale e poi drappeggiandole sul tappeto color vino e stendendo su questo un'ombra come fa il vento sul mare. . . nella stanza un divano enorme .
21 Maggio 2013

LIBRI - NARRATIVA

Ebreo di Germania, costretto ad attraversare Europa e gli Stati Uniti per fuggire al governo nazista, uno dei più fidati collaboratori di Bertolt Brecht problematizzava i miti epici secondo l'attualità. Odisseo e i maiali raccoglie alcuni dei suoi racconti a sfondo mitologico e insieme uno scritto esclusivo di Claudio Magris


di Stefano Nicosia

Più che al libro, verrebbe voglia di fare una recensione all’autore, in questo caso, vista la sua rocambolesca biografia. Quella di Feuchtwanger è infatti la vita di un intellettuale ebreo tedesco nato alla fine dell’Ottocento e morto nel 1958, e già questo basterebbe a evocare esilii di guerra, attraversamenti di confini e oceani, traumi che basterebbero per numerose reincarnazioni. In questo libro della romana nottetempo possiamo leggere tre suoi racconti, che sembrano coniugare alcuni verbi capitali sua biografia: viaggiare, tornare, morire.     L
15 Maggio 2013

MUSICA - JAZZ FOLK

L'arpa, elemento essenziale dell'educazione musicale delle fanciulle del XVII secolo, e l'armonica, strumento "di fortuna" impiegato da chi bazzicava il blues e il jazz a inizio Novecento. Attraverso le mani di Marcella CarboniMax De Aloe tradizioni di epoche ed estrazioni diverse si incontrano sul canone della musica leggera


di Marco Buttafuoco

In tempi lontani, prima ancora dell’avvento della radio, in quasi tutte le case della buona borghesia esisteva un pianoforte e la musica era un complemento dell’educazione delle giovani dabbene. Forse non erano nemmeno tempi così brutti. Alla buona musica veniva dato un certo spazio, maggiore di quanto gliene concede oggi la televisione. Nei nostri salotti borghesi venivano suonate arie d’opera e belle romanze, crepuscolari e delicate; in quelli delle colta e francofila New Orleans, più o meno negli stessi tempi, alcuni pianisti suonavano un genere che sarebb
14 Maggio 2013

FILM

La trilogia del regista trentasettenne Pablo Larrain sul Cile di Pinochet si conclude raccontando i "giorni dell'arcobaleno", che videro l'opposizione al dittatore uscire finalmente allo scoperto in occasione di un referendum popolare. Tra l'individuale e il politico la cronaca è precisa, ma forse meno riuscita dei capitoli precedenti


di Marinella Doriguzzi Bozzo

La recente dipartita di Giulio Andreotti non tanto come individuo, ma come protagonista di un lungo percorso repubblicano rimanda alla tesi manzoniana sulla necessità di delegare ai posteri il giudizio, inteso come "ardua sentenza", quasi che il " noi c'eravamo" impedisse la testimonianza "oggettiva" dei fatti, lasciandola in dote a quelli che ci succederanno. Ma a che distanza dalla contemporaneità si diventa posteri, ossia accreditati di una esegesi non di parte? E', in qualche modo, il grande paradosso della Storia, che si distin
13 Maggio 2013