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TEATRO

L'attore (e regista) napoletano più in vista del momento si confronta autorevolmente con il grande drammaturgo suo concittadino. Campo di gioco Le Voci Dentro, un testo scritto di getto nel'immediato dopoguerra a scandagliare impietosamente le crepe che incrinano la pace famigliare


di Sergio Buttiglieri

Toni Servillo ha fatto centro anche questa volta. E’ riuscito a rileggere Eduardo De Filippo, trovando la giusta misura per restituircelo senza ingabbiarlo nelle modalità della pura commedia dialettale. In un tempo in cui il teatro è spesso una elegante routine, un luogo per ascoltare drammi che non ci riguardano e non trasmettono niente che non sia, per dirla alla Ottieri, “una speciale impegnativa deprimente noia teatrale”.   L'attore e regista partenopeo invece ha letteralmente riscoperto questa fulminante pièce scritta, poco dopo la S
11 Aprile 2013

LIBRI - NARRATIVA

L'Italia dell'immediato dopoguerra, quella dei telefoni bianchi, è lo sfondo per la vita dickensiana della figlia di una delle tante famiglie di senza-speranza. Sette diavoli è l'ultimo romanzo di uno dei più interessanti scrittori italiani, protagonista di un progressivo percorso di scarnificazione dello stile, per arrivare all'essenziale


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Come ricorda Roberto Calasso ne L'impronta dell'editore (Adelphi, 2013) gli antichi greci usavano il termine ecfrasi per indicare quel procedimento retorico che consiste nel tradurre in parole le immagini dell'arte. Sicché la scelta della copertina di ogni libro diventa, più o meno consapevolmente, l'applicazione inversa di tale pratica. Nell'ultimo romanzo di Marco Archetti la Silvana Mangano di Riso amaro (1949) guarda il lettore da lontano con una provocante smorfia di sfida, mentre l'incombere del seno in primissimo piano sembra un baluardo che insieme lusing
10 Aprile 2013

MUSICA - ANNIVERSARI

Quarant'anni orsono, l'Italia conobbe il suo momento di gloria al centro del panorama musicale rock europeo ed internazionale. L'influsso innovatore delle formazioni inglesi era giunto fino a noi, e sotto il segno di Genesis e Van der Graaf Generator fiorivano le nuove band. Dai famosi Pfm, Banco e Area, fino a gruppi quasi dimenticati ma altrettanto validi, viaggio in un anno magico e irripetibile


di Simone Pilotti

Immaginate un'Italia divisa dagli estremismi politici. Immaginate Il Padrino che riempie le sale cinematografiche. Poi immaginate i Doors che si sciolgono ed i Pink Floyd che pubblicano The Dark Side Of The Moon. Immaginate un giovanile fervore musicale che, da Palermo ad Aosta, si riversa in numerosissimi festival. E poi immaginate moltissimi gruppi progressive-rock nostrani e altrettanti validi album dello stesso genere.   E' il 1973, in ogni angolo d'Italia nascono band, musicalmente innovative, accostabili al genere progressive rock, sulla scia di Genesis, King Crimsom, Van Der Graaf
09 Aprile 2013

TEATRO

Clôture de l’amoure di Rambert è la cronaca scenica degli ultimi attimi di una relazione. I due protagonisti, Luca e Anna, si ritrovano l'uno contro l'altra, la seconda a smontare le parole del primo, in quella che non è una conversazione ma una guerra tra monologhi contrapposti


di Nicola Arrigoni

Clôture de l’amoure di Pascal Rambert è una macchina drammaturgica perfetta in cui la storia di una relazione che sta per chiudersi si intreccia con un uso modale del linguaggio, una riflessione detta e compiuta sul peso della lingua, sul vuoto delle parole o sul loro senso di pieno che soffoca.   Due attori, Luca Lazzareschi e Anna Della Rosa. Nella sfida verbale i due stanno l’uno davanti all’altro, posizionati in diagonale. Inizia Luca – l’attore affida anche al personaggio il suo nome: parla rivolto al pubblico, Anna lo ascolta, dando le spa
08 Aprile 2013

FILM

Come un tuono è un film sintomatico di una sindrome sempre più diffusa nelle sale internazionali. Lo stesso regista Derek Cianfrance, già dietro alle malinconie di Blue Valentine, sembra perdere interesse nella storia dello stuntman da Luna Park neopadre (Ryan Gosling) e finire per concentrarsi sui particolari


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Ufficialmente, le guardie e i ladri sono da sempre obbligati a contrapporsi, e per farlo devono essere analoghi e speculari, altrimenti il gioco non potrebbe continuare. Ufficiosamente, capita talvolta che i rispettivi figli si mettano di mezzo e le regole saltino, la chitarra stoni, il soufflé si afflosci, la ballerina si sfranga le rotule proprio nel passaggio più aereo.   Diviso in tre parti - mentre ne sarebbero bastate due - il film gioca d'audacia e affida alla sequenzialità temporale l'antitesi tradizionalmente sincronica o parallela tra buoni e
05 Aprile 2013

TEATRO

Dalla passione per la pittura ai suoi spettacoli fatti più di immagini e movimenti che di parole, dall'esordio folgorante di Einstein on the beach ai più recenti passaggi in Italia. Ritratto da vicino di un genio che non smette mai di porsi nuove sfide


di Sergio Buttiglieri

Bob Wilson dice di sé che avrebbe voluto essere un buon pittore, ma non lo è. E allora usa il teatro, la scena, per realizzare quadri: ogni suo allestimento è prima di tutto un disegno, gli attori e i cantanti vengono disposti proprio nel punto previsto per loro dai suoi disegni. "Per me Bob", diceva Heiner Muller, grande regista tedesco fra i più radicali, con cui Wilson in passato ha interagito, "ha la stessa funzione del cubismo nell’arte figurativa: serve da impianto di depurazione, vi si passano al setaccio i mezzi teatrali e improvvi
03 Aprile 2013

TEATRO

Non prende nemmeno un respiro la Sabrina Impacciatore diretta da Valerio Binasca in E' stato così. Come nel testo originale di Natalia Ginzburg, le parole si susseguono una via l'altra in preda all'emozione, subito dopo aver ucciso l'uomo che l'aveva amata, poi delusa e infine tradita. 


di Nicola Arrigoni

E’ in apnea Sabrina Impacciatore, un’apnea che fa venire il mal di pancia ma che ben rende E’ stato così di Natalia Ginzburg, romanzo adattato per la scena da Valerio Binasco. A trattenere il respiro sarà poi la platea stessa, mentre segue passo passo una confessione, allucinata ma precisa, quasi una deposizione di un interrogatorio. "Gli ho sparato negli occhi" dice la donna riferendosi all’atto di disperata ribellione verso quell’uomo che ha sposato, e dal quale ha subìto le assenze, i silenzi, i viaggi, e l’amore per l'ex fi
27 Marzo 2013

TEATRO

La storia di Miele, angelo della morte per tutti i malati che, clandestinamente, scelgono di mettere fine alle proprie sofferenze, e dell'ingegnere Grimaldi, uomo lucido eppure stanco della vita. A Nome Tuo, da un racconto di Mauro Covacich diretto da Roberto Recchia, è una pièce forse difficile ma senz'altro rivelatrice


di Sergio Buttiglieri

Il solo trovarlo è un’impresa. Devi litigare col navigatore e scegliere di non ascoltarlo più, altrimenti non ci arriverai mai: parlo del Teatro Pim Off, uno spazio teatrale vitale per l'estrema periferia sud di Milano, che ha ospitato una Prima Nazionale che non consentiva una reazione indifferente o annoiata. A Nome Tuo è un lavoro tratto dal romanzo di Mauro Covacich e recitato con grande intensità da una Cinzia Spanò particolarmente ispirata, che ne ha curato personalmente anche l’adattamento per proporlo a Roberto Recchia con la determinazio
26 Marzo 2013

LIBRI - NARRATIVA

In Mi Riconosci, Andrea Bajani dà l'addio allo scomparso autore di Sostiene Pereira: amico, maestro e padre putativo. Un omaggio da scrittore a scrittore diviene insieme un ricordo, un ritratto e una confessione


di Giuseppe Grattacaso

La scrittura è tra gli strumenti privilegiati per attraversare il dolore. E' a volte terapia, più spesso percorso di analisi e di conoscenza per ricordarci quello che siamo nella nostra finitezza. E' attraverso la scrittura che siamo in grado di parlare della nostra fragilità, di fare i conti con essa, di guardarla negli occhi invece di evitarla.   Il dolore è una materia difficile: le parole si intimoriscono, vorrebbero fuggire, ma sanno che il loro compito è quello di affondare in questo tratto di umanità che ci appartiene e segna nel profondo
25 Marzo 2013

FILM

Quasi una sit-com all'interno della cabina di pilotaggio di un aereo. Tutto è palesemente finto e artefatto ne Gli amanti passeggeri, l'ultima fatica di un regista "di nome" che non ha più tabù da infrangere ma non riesce comunque a liberarsi delle proprie ossessioni


di Marinella Doriguzzi Bozzo

C'era una volta un raffinato critico nonché autore di grandi romanzi, di cui venne pubblicata postuma nel 1972 una raccolta di racconti intitolati La vita che verrà - titolo a doppio senso, identificabile con vita "a venire": guazzabuglio letterariamente penoso di pensieri repressi in cui qualsiasi afflato artistico era sacrificato al bisogno di mettere su carta e di ri-contemplare quanto l'azione non osava compiere. Inutilmente il lettore avrebbe potuto cercare o ritrovare la penna di E.M. Forster.    C'era, un'altra volta, un piccolo parroco degli anni
22 Marzo 2013

TEATRO

La cronaca quotidiana di Janina Turek, casalinga di Cracovia che da quando perde il marito senza un vero motivo sceglie di registrare ogni sua piccola mossa. Daria Deflorian e Antonio Tagliarini riscrivono e rivivono per la scena i diari lasciati in eredità da una donna - solo apparentemente - "qualunque"


di Sergio Buttiglieri

Pontormo, uno dei protagonisti assoluti del nostro manierismo, aveva l'abitudine di annotare sul diario ogni minuzia; un "vizio" che lo accomuna al personaggio femminile realmente esistito al quale è ispirata la performance Reality ideata e prodotta dal duo Daria Deflorian e Antonio Tagliarini. La figura della polacca Janina Turek, un'anonima casalinga di Cracovia che per oltre cinquant’anni ha annotato con inchiostro blu scuro tutto quello che le accadeva, fin nei minimi dettagli, riempiendo 748 quaderni di colori diversi a seconda degli anni, trovati solo dopo
21 Marzo 2013

ARTE CONTEMPORANEA

La relazione confidenziale del movimento d'avanguardia e di uno dei suoi esponenti più pop, Nam June Paik, con la città di Modena è messa in mostra alla Galleria Civica di Palazzo Santa Margherita. Un'occasione per riscoprire il cosiddetto "padre della videoarte" e la sua passione per la grande opera italiana. 


di Mirko Nottoli

La mostra Nam June Paik in Italia, in programma a Modena dal 16 febbraio al 2 giugno 2013, costituisce, con quella da poco terminata a Reggio Emilia a Palazzo Magnani, Women in Fluxus, un dittico ideale sul celebre movimento fondato da George Maciunas nel 1962 che proprio con l’Emilia instaurò relazioni proficue, soprattutto grazie all’attività della casa editrice Pari & Dispari di Rosanna Chiessi.   Diciamolo preventivamente a scanso di equivoci: le mostre su Fluxus sono a dir poco ostiche. Perché ostico fu il movimento, per sua stessa natura antiart
20 Marzo 2013

TEATRO

Dal testo filosofico aristotelico la compagnia diretta da Virgilio Sieni trae un altro spettacolo di poesia visiva. Sotto l'attenta direzione del coreografo toscano i ballerini esaltano le doti dello spirito, unendo mente e fisico in un unico, ampio gesto "pittorico" 


di Sergio Buttiglieri

Quelle che Virgilio Sieni ci imprime nella memoria ogni volta che assistiamo ai suoi lavori coreografici, sono immagini di una genuinità intensa. In questo De anima, che ha debuttato alla Biennale Danza di Venezia nello scorso giugno del 2012, e che attualmente si trova in tournée, Sieni evoca e rievoca l'omonima opera aristotelica. Ma anche lo spettatore digiuno di filosofia non potrà fare a meno di lasciarsi colpire lo sguardo e il cuore dai movimenti corporei quasi pittorici, guidati dal pensiero del coreografo.   Gli "arlecchini tristi" di Picasso inna
19 Marzo 2013

LIBRI

Non capisco un'acca è un libro di racconti che gira intorno alla lettera h, andando a rispolverare parole dimenticate. Con la rivista WATT e la casa editrice dirette dallo stesso autore (Hacca, appunto) va a formare un più ampio progetto di rivalutazione di un'editoria slow, contemporanea proprio perché va in controtendenza


di Stefano Nicosia

Questo libro geniale di Maurizio Ceccato non è una nuova uscita, ma dovrebbe entrare immediatamente nelle vostre librerie personali. In primo luogo, perché è un autentico piacere possedere un oggetto così ben fatto, fuori dal comune, un libro che ti viene voglia di toccare, tenere in mano e sfogliare ancora e ancora. E poi perché Ceccato è entrato nella selva della nostra lingua e ha catturato con un retino da farfalle un intero zoo di parole dimenticate, desuete, quelle che in certi vocabolari hanno una piccola croce accanto, e che qui riemergono dall
18 Marzo 2013

FILM

Non ha più lo stesso fascino "rapace" il personaggio interpretato da Richard Gere ne La Frode. Un po' perché alle nefandezze dei grandi finanzieri ormai siamo abituati e un po' perché il regista Nicholas Jarecki abbandona presto l'interesse per il mondo del business per ricucire attorno al suo protagonista il solito, vecchio costume da "American Gigolò"...


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Prima o poi arriva l'età in cui è necessario scegliere se crescere o invecchiare; solo che invecchiare è più facile e non sono i capelli bianchi a rendere stagionati, sono gli anni: Richard Gere ha una candida chioma invidiabile, si muove ancora con quel modo di camminare curiosamente concentrato intorno alle spalle che lo ha reso per sempre elegante a partire da American gigolò (1980) ma gli occhi sono due fessure berlusconiane, e il naso in crescita libera gli ombreggia l'intero volto, senza aumentarne l'intensità espressiva. La sua presenza
15 Marzo 2013