Dieci pellicole recenti ma già da rivedere: consigli d'autore per i pomeriggi afosi e i temporali improvvisi
di Marinella Doriguzzi Bozzo e Andrea B. Previtera
Appena ventinovenne e già al secondo film, la regista francese mira in alto. Il padre dei miei figli è ispirato alla figura del produttore cinematografico Humber Balsan, suicida per via dei troppi debiti. Un dramma di notevole perfezione formale, ma senza la giusta consistenza
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Cominciamo da prima dell’inizio, ossia dal titolo: subito vengono in mente famiglie allargate, rapporti modulari, intrecci multipli, ossia il geniale Claude Sautet con i suoi anni '70: E’ simpatico ma gli romperei il muso, Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre, ecc. Ora trasferiamoci a dopo la fine, ossia alla canzone che accompagna i titoli di coda: Que sera sera, Oscar 1956, scritta per il film di Hitchcock L’uomo che sapeva troppo e cantata da Doris Day. Grandi riferimenti... In mezzo, il film e la sua artefice, ossia la giovanissima regista (cl
Rachel è una domestica che ha dato tutta la sua vita alla famiglia e alla casa in cui presta servizio: ma quando i Valdes cercheranno di affiancarle un'aiutante, la sua fedeltà diventerà una mania possessiva. Un riuscito esperimento di thriller domestico firmato dal cileno Sebastiàn Silva
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Il mondo del lavoro dipendente è cambiato, sia nella sua stabilità che nei suoi rapporti. E questo vale non soltanto per operai e impiegati, ma anche per le lavoratrici a domicilio. Che oggi vantano o subiscono una mobilità accentuata, e comunque hanno una vita personale alternativa, quando non ostativa, alle prestazioni di lavoro che garantiscono. Mentre si può dire che un tempo molte domestiche "nascessero" e morissero nelle grandi famiglie in cui servivano, ricattate dalle vite degli altri in sostituzione della propria, presenze scontate a cui
Lo sceneggiatore di Gabriele Salvatores e Sergio Rubini racconta in un libro tutto il suo amore per il cinema. Dalle sale come insostituibile punto d'incontro fino alle riprese fatte in casa, Fare Scene ritrae sessant'anni di Italia davanti e dietro allo schermo
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Il segreto dei suoi occhi, tratto dal libro di Eduardo Sacheri, racconta 25 anni di storia argentina recente attraverso la vita di un cancelliere di tribunale. Il regista Juan Josè Campanella gioca sapientemente con la macchina da presa, intrecciando memoria ed oblio
di Marinella Doriguzzi Bozzo
L'oscar 2010 al miglior film straniero va ancora una volta a un film sudamericano che, come Affetti e dispetti, riesce a darci un’idea del clima politico del paese in cui si svolgono i fatti narrati, pur parlando d'altro. Argentina, 1974: Isabel, seconda moglie del dittatore Peron, nonchè clone della ben più celebre Evita, succede al marito. Segue, due anni dopo, il dispotico potere militare del generale Videla (2.300 omicidi politici, 10.000 arresti, 30.000 desaparecidos). Argentina, 1999: Fernando De La Rua, eletto presidente, non riesce ad imporre
Torna l'autrice di Lezioni di piano, capostipite del genere romantico in costume. In Bright Star l'amore è quello povero e appassionato tra Fanny Brawne e il poeta inglese John Keats. Ma al cinema la poesia non funziona e il film conferma la fase discendente della regista
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Nel 1996 l’ottima regista di Lezioni di piano era già inciampata nella letteratura inglese, mettendo in scena Ritratto di signora, dell’americano poi naturalizzato inglese Henry James. Il quale a sua volta aveva fornito con Turn of the screw e Washington square spunti memorabili per il cinema. Mentre per Ritratto di Signora, a partire dalla scelta degli attori, Jane Campion non era riuscita a rendere la sconfitta della protagonista Isabel, donna cosciente delle proprie qualità e con una forma di orgoglio femminista ante litteram, che viene punito da una scelta d&rsquo
Ne Il tempo che ci rimane il cineasta palestinese racconta la propria vicenda e quella della sua famiglia. Tra realismo e metafora, gli ultimi, tragici sessant’anni in Terra Santa vengono ripercorsi da uno sguardo fisso, straniante ma solo apparentemente distaccato
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Nazareth, circa 2000 anni dopo. Viene proclamato lo Stato di Israele, che ingloba sia gli ebrei sia quei palestinesi musulmani che, decidendo di non abbandonare la propria terra, di fatto accondiscendono ad essere una minoranza ribelle. Minoranza sopportata e sorvegliata con tolleranza o ferocia nel corso di circa sessant’anni: dalla presa di Nazareth, appunto, nel 1948, alla guerra del Kippur, fino ai giorni nostri. Tuttavia, questo non è propriamente né un film sulla guerra, né una presa di posizione politica a favore di una parte dei contendenti. E&rs
Le vicende dell'eroe prima che si ritirasse nella foresta di Sherwood: grandi battaglie, magnifici paesaggi e la sapiente regia di Ridley Scott. Ma l'ennesima pellicola sul mitico arciere si salva solo grazie a Russell Crowe
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Sì, perché pare inevitabile, andando a vedere l’ultimo film di Ridley Scott, cominciare ad armeggiare con le dita per ricordare quanti Robin Hood ci siamo già gargarizzati soltanto al cinema. E con la precisa, sconfortante certezza, di venire anche in questo caso puntualmente sconfitti, come per i sette nani o i sette vizi capitali o innumeri altri elenchi di maledetti sette. Dunque, procedendo a ritroso (e barando un poco, mediante posteriori sbirciatine ai testi): R. H: un uomo in calzamaglia, di Mel Brooks (1993), parodia del precedente, con citazioni da I
Al suo primo film occidentale, Abbas Kiarostami dirige la grande attrice nel ruolo che le è valso il premio a Cannes. Un flirt appena iniziato che sembra un rapporto di coppia datato (o viceversa), una serie di ingenue considerazioni sull'arte che sembra realtà (o viceversa). E il personaggio ne esce pesante. In tutti i sensi
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Nel 1642 il gesuita spagnolo Baltazar Gracian y Morales pubblicava il suo Arte de ingenio, che si proponeva di dimostrare come il nucleo di un'opera letteraria fosse l’acutezza, intendendo per tale l'atto dell'intelligenza che intuisce e descrive la connessione e la somiglianza esistente fra oggetti diversi; tanto più “acuta”, ossia tanto più pregevole, quanto più ricorrerà a particolarmente ingegnose forme di artificio. Questo è quanto fa Kiarostami nel suo primo lavoro di stampo prettamente occidentale, stabilendo un rapporto fra le
Con la cinepresa sui luoghi devastati dal terremoto, Sabina Guzzanti accantona i toni chiassosi della partigianeria e impara a farsi da parte. Il suo film pone interrogativi che, risentiti alla luce di certe recenti dichiarazioni, si tingono di un'attualità sempre più inquietante
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Ci siamo chiesti per qualche giorno se andare a vedere questo documentario-inchiesta. E poi, ci siamo anche domandati se, dopo averlo visto, avremmo avuto la voglia o la fermezza di recensirlo. Perché, leggendo i giornali, sapevamo che in qualche modo avremmo trovato, compattato in un'impermeabile evidenza, quello che lo stillicidio quotidiano ci aiuta, se non ad assorbire, ad accantonare come un dovere rimandabile, e poi a dimenticare in una autogiustificazione di impotenza. Perché ci imbarazzano le requisitorie, per quanto sacrosante, ad una sola via o dimensione, nonostante un
In Vendicami l'ex rockstar Johnny Hallyday nei panni di un transfuga della mafia di Hong Kong che torna dall'Europa per rendere giustizia ai familiari uccisi. Il maestro del noir asiatico firma un lavoro onirico, che punta ai sensi più che alla ragione
di Marinella Doriguzzi Bozzo
L'inizio ti inchioda: un posto non ancora precisato del mondo, una cucina dove bollono pentole animistiche e sornione, il vapore che rende traslucida una vetrata grigia di pioggia da cui una madre benevola spia l'arrivo del marito e dei due figli, anatroccolati in impermeabilini gialli. Poi gli uomini scuri, gli spari, la donna che resiste e protegge, i bambini che hanno visto e vengono sacrificati. E Johnny Hallyday che s'avanza nero dall'Europa, espiando per sempre nel volto irriconoscibile la rockstar ossigenata che lo vide giovane. E fa una promessa, che è al tempo stesso di obbedie
La storia di un'attrazione fatale, tra apparizioni surreali alla Buñuel e ingenuità che non perdoneremmo neanche a Moccia. La pellicola del grande maestro, ispiratore della Nouvelle vague, non regge il confronto con i suoi capolavori
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Cosa c'è di più imbarazzante di dover spiegare e giustificare l'imbarazzo? E, per di più, con riferimento all'opera di un Maestro che viene trattato come se già fosse morto, visto che la critica ufficiale ha parlato di questo film senza riuscire a trattenere lacrime di adorante commozione? E noi che c'eravamo andati come quando si va per funghi, con nascoste speranze, ma palesi e scaramantici presentimenti! Di funghi non ne abbiamo trovato nemmeno uno, ma in compenso abbiamo riempito il panierino di punti interrogativi. Quand'è che si è defini
Il catalogo di Adelphi su Irène Némirovsky, la più geniale scrittrice francese della prima metà del '900, morta a soli 39 anni ad Auschwitz, si arricchisce di un'altra opera: stavolta sulla coppia, e le brucianti passioni della gioventù che con il tempo diventano qualcos'altro
di Marinella Doriguzzi Bozzo
In Cosa voglio di più Alba Rorwacher e Pierfrancesco Favino sono due amanti clandestini, travolti dall'attrazione sessuale e dalle continue spese che la loro situazione impone
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La pellicola di Soldini - anche se preparata da lontano grazie ad un contesto di parenti, di amici, di lavoro, di palazzoni, di milanesità, eccetera - cerca di documentare, più che di filmare, la storia di una passione fedifraga, che scocca all’improvviso come bisogno carnale, mentre i vincoli al contorno - o meglio i classici ingannati - continuano le loro vite addosso ai due protagonisti, che sanno come reagire all’impulso, ma hanno dei problemi sul dove esercitarlo. E qui scatta il primo equivoco del film. Perchè solo dopo molti e molti amplessi i du
Premiato a Cannes e censurato in Iran, I gatti persiani racconta il fermento culturale e non solo musicale di un paese in regime di oppressione, che trova nell’arte una ragione sia di vita che di protesta
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Preceduto da un alone eroico, perché girato in poco più di due settimane e senza autorizzazioni governative, I gatti persiani ha vinto al Festival di Cannes del 2009 il Premio speciale della giuria. In Iran è poi stato distribuito gratuitamente per le strade dallo stesso regista Bahman Ghobadi, dopo l’incarceramento e la successiva uscita di prigione. Documenta il fermento culturale e non solo musicale di un paese in regime di oppressione, che trova nell’arte una ragione sia di vita che di protesta. Speculare al film russo Il concerto (leggi la nostra r