Discusso e un po' penalizzato al Festival di Cannes per via delle esternazioni antisemite del suo regista, Melancholia immagina uno scenario fantascientifico e apocalittico. Come le due sorelle protagoniste reagiscono all'avvicinamento di un pianeta che incrocerà la traiettoria della terra, distruggendola
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La possente e struggente musica del Tristano e Isotta di Wagner non irrompe nella sala, ma sembra fermare le immagini sullo schermo in una sorta di minacciosa attesa, mentre dall’alto piovono le sagome distorte in cenere di uccelli, simili a foglie. Questo è il prologo del film che, almeno inizialmente, sembra proporsi le vette immaginifiche de Tree of life di Terrence Malick (vedi recensione) mentre è invece in grado di semplificarne lo spirito, senza cadere negli abissi di goffaggine di una pellicola che veniva premiata da quello stesso Festival di Cannes che nel contempo
Il ritorno del reale e altri imprevisti è la seconda personale dedicata all'artista dalla galleria SpazioA di Pistoia: un viaggio "a ritroso" tra le vedute del Belpaese che fu, una riflessione su noi e il nostro passato. Sui bei tempi in cui ancora avevamo un futuro...
di Riccardo Bonini
Trovare un pittore che spenda la sua arte all’interno di un dibattito contemporaneo, è raro evento; ancora più raro dello stesso dibattito contemporaneo, sulla cui esistenza non sarei più disposto a giurare. Luca Bertolo è senza dubbio un intellettuale dotato di grande coraggio. Attraverso una narrazione che accarezza la Storia per la forma che questa assume nei ricordi, non necessariamente personali - e proprio per questo forti di un’intimità universale ancor più dirompente - ecco che si delinea il tentativo di una nuova grammatica del qu
Nelle nostre sale da venerdì, il film di Asghar Farhadi racconta del difficile divorzio fra Nader e Simin, una coppia iraniana con a carico figlia adolescente e nonno malato di Alzhaimer. Non c'è nessuna distinzione netta fra torto e ragione: un'opera politica proprio perché vicina alle tante sfumature della realtà
di Sandra Petrignani
Separarsi è uno di quegli eventi enormi della vita che inevitabilmente si trascinano dietro una quantità di conseguenze. Separarsi in un paese come l’Iran, dove la legge e il privato delle persone sono condizionati fortemente dalla religione, è ancora più complicato. Cominciamo da questo tema perché il regista, Asghar Farhadi, intitolando il suo film Una separazione (strapremiato a Berlino) questo ha voluto mettere al centro della storia. In realtà molti sono i temi che s’intrecciano e forse, più decisiva del separarsi, è la c
Ricci/Forte, la coppia di autori passati dalla fiction televisiva al teatro d'assalto, mette in scena Grimmless: il mondo senza favole in uno spettacolo di grande intensità fisica, quasi "pornografica". Le storie di quotidiana violenza dei giovani protagonisti turbano ma senza mai avventurarsi in profondità
di Nicola Arrigoni
Grimmless è la terra senza fiaba, è il nostro presente, mediato dallo sguardo disincantato della coppia Ricci/Forte: un fenomeno della scena italiana, artisti che da autori della fiction I Cesaroni sono diventati penne di culto di un fare teatro che sta intercettando un pubblico giovane, partecipe e "partigiano" come lo sa essere solo il pubblico della grandi star della musica leggera. Anche questo è un aspetto che non va sottolineato nel raccontare degli spettacoli della coppia di artisti romani che, con spudorato gioco della provocazione estetica, raccon
Un roadmovie alla ricerca di se stessi. Come il suo personaggio, la rockstar decaduta Cheyenne (Sean Penn), anche il regista napoletano varca l'oceano per la sua prima pellicola internazionale. This Must be the place è un incontro riuscito fra il suo visionarismo d'autore e le esigenze da grande produzione
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La vita come un breve intervallo, trascorsa tra l’enunciazione di quello che si farà in futuro e la quasi subitanea constatazione che “ormai è andata così". In questa concezione astratta della realtà si imbozzoliscono i giorni sempre uguali di Cheyenne, attempata rockstar che non vuole crescere, autisticamente ibernata da un trucco che lo maschera e lo sottrae ad un passato lontano, più sconfessato che rimosso. Nel contempo, quel trucco lo protegge dalla paura di vivere, rassicurandolo con la noia depressiva di abitudini, presenze e ambienti
Il lamento funebre arriva dalla Fiera del Libro di Francoforte: non solo per l'editoria cartacea ma per la letteratura di élite in genere. Basta con i soliti scrittori, dai soliti paesi, che scrivono per le solite case editrici. Dalla nostra visita, tutto ormai sembra spingere verso un'editoria senza barriere, tecnologiche, economiche o geografiche
di Massimo Balducci
Questo resoconto non sarà l’ennesima prece per San Libro martire, crocefisso dalla crisi economica e dal progresso informatico. E tantomeno sarà un allarme sulla crisi dell’editoria italiana, anche perché l’Italia - vista dalla fiera del libro di Francoforte - è davvero tanto piccola da essere praticamente introvabile (e infatti io non l’ho trovata, non avendola peraltro neanche cercata). Certo, uscire dal recinto delle nostre beghe comporta dei rischi: per esempio, il disorientamento più totale. E’ vero, ce lo dicono semp
I militanti dell'anarchia italiana sono protagonisti del libro del veterano del giornalismo Manlio Cancogni, riedito oggi dopo una prima pubblicazione nel '94. "Da Pisacane ai circoli di Carrara", il racconto ripercorre con piglio lucido ma distaccato, la storia di un'idea che non riuscì mai a decollare
di Marco Buttafuoco
Spesso in Italia la discussione sulla storia nazionale, al di fuori della ricerca accademica, degenera in una volgare e banale rissa politica. Basti pensare a tutto il dibattito che si è tenuto in occasione dell’anniversario dell’unificazione per capire quanto poco questo paese ami riflettere in profondità sulla sua vicenda. Per questo è ancora più felice l’incontro con la riedizione (la prima uscita fu nel 1994) di questo leggero libro di Manlio Cancogni dedicato agli anarchici italiani. L’autore, oggi novantacinquenne, è un r
In La banda Apollinaire, Renzo Paris parte da Roma, città natale del lirico, per mettersi sulle sue tracce: ne viene fuori un'accurata biografia che racconta la sua vicenda, allargando lo sguardo al gruppo di amici intellettuali e a tutta la società contemporanea
di Giuseppe Grattacaso
Con la fine della prima guerra mondiale si conclude un'epoca, che aveva mostrato gli ultimi palpiti nella contraddittoria età della Belle Epoque. Si spegne anche la vicenda esistenziale di Guillaume Apollinaire. Nello stesso giorno in cui a Parigi si festeggia la fine del conflitto, gli amici si raccolgono intorno al corpo senza vita di quello che sarebbe stato considerato come uno dei più grandi lirici del Novecento: arebbe voluto essere il Papa delle avanguardie ma in lui i suoi contemporanei riconobbero soprattutto il fantasioso prosatore, oltre che il brillante e a volte trop
E così il cantautore genovese dà l'addio alle scene, dopo essere stato protagonista di una carriera decennale. Il suo saluto si chiama Decadancing, un disco bellissimo, che fa capire perché con il suo autore se ne va una delle poche riserve d'ossigeno rimaste alla musica italiana.
di Federico Capitoni
Se anche Ivano Fossati va via, è finita. Era rimasto quasi solo lui a custodire qualche bombola d’ossigeno per la musica italiana. Prendiamo atto, i modi per abbandonare la vita musicale sono tanti. Si può annunciare il ritiro come ha fatto lui in questi giorni; si può morire; si può rinunciare a una dignità artistica, perseverando in produzioni inascoltabili… e questa è la via che va per la maggiore: li riconoscete oggi Baglioni, Dalla, De Gregori, Venditti? Fossati è sempre stato l’artista della costanza, uno di quell
L'amore che resta è quello che lega Enoch, sopravvissuto a tre mesi di coma, e Annabel, sua coetanea affetta da un cancro già allo stadio terminale. Un'altra variante sui temi eterni del sentimento tra adolescenti e del binomio amore e morte: ma l'autore di Elephant se la gioca tutta sul filosofico
di Marinella Doriguzzi Bozzo
“Entra fra queste braccia. Se ti parve meglio per me non sognar tutto il sogno, ora viviamo il resto”. Così John Donne, in una delle sue più celebri poesie, nell’insuperata traduzione di Cristina Campo. E mentre quel che là restava era l’impegno di un futuro condiviso, qui quello che resta sono tre mesi d’amore fra due post adolescenti corteggiati innaturalmente dalla morte. Nonché un consolatorio ricordo per lui e una breve condivisione per lei. Premessa per l’uno di una diversa disposizione a vivere, mentre per l’altra non
Le storie di Io cammino in fila indiana non sono figlie dell'Ascanio personaggio televisivo o dell'uomo di teatro. Ambiscono invece a tutto il valore letterario della pagina scritta. Parabole contemporanee che esplorano il buio della società attuale, ma solo per fare intravedere la luce alla fine del tunnel
di Dario De Marco
La recensione negativa non esiste più, e questo si sapeva. Ma non esiste più neanche la recensione positiva: sono state sostituite dalla recensione preventiva. Sui giornali non si dà il giudizio su un libro che è appena uscito, ma si prende un libro che deve ancora uscire e si fa: la segnalazione, l'anticipazione, la pubblicazione di un estratto o della prefazione, l'intervista alla Altan (“Dica quel che cazzo le pare”), la polemica a priori. Insomma, nel migliore dei casi chiacchiere a vacante, nel peggiore puro marketing. Questo soprattutto quando l'au
Il premio Nobel francese scrive un libro breve e terribile, che ricorda il filone post-apocalittico anche se parla del passato. Il posto delle balene è un racconto illustrato che si ispira a un evento vero: un massacro di cetacei in una baia della California
di Giulia Stok
Se si volesse trovare un’anima gemella a Il posto delle balene, ultimo racconto del premio Nobel Le Clézio, sarebbe La strada di Cormac Mc Carthy. Non importa se uno è lungo 500 pagine e l’altro 60 (illustrazioni comprese) non importa se uno è ambientato nel futuro e l’altro nel passato, se in uno le vittime sono gli uomini e nell’altro i cetacei. Entrambi sono post apocalittici, in entrambi si respira l’angoscia della morte del mondo, la nostalgia per un tempo finito, il rimorso per essere arrivati a tanto. Le Clézio racconta un
Stop all'anoressia a prova di passerella. Il blog Curvyfoodiehungry fa spazio al sesso forte di taglia e a chi sta bene con se stessa anche con qualche chilo in più. Autrice della filosofia, la giornalista Martina Liverani, che si sta facendo strada anche nel ristretto ambiente della moda
di Alessandra Testa
Non tutte le donne hanno la fissa per il corpo. Ci sono anche quelle, e non importa se hanno 20, 35 o 70 anni, che la bilancia in casa nemmeno ce l’hanno. Signore e signorine che si sentono a proprio agio anche se non indossano una taglia 38 (che è la vecchia 42) e che, a tavola, non si accontentano - come ironizzava uno spot pubblicitario degli anni Novanta - del tutt’altro che salutare “gusto stretto”. Queste ragazze, il nuovissimo blog CurvyFoodieHungry le definisce, ricorrendo alla più diretta lingua inglese, con tre aggettivi che indicano senz
David Cronenberg racconta i triangolo tra Freud, Jung e la loro paziente Sabine Spielrein, simbolo della nuova scienza contesa fra i due. A dangerous method ricostruisce la storia della psicanalisi in un torbido intreccio di relazioni, dove l'unico a comportarsi bene, una volta tanto, è il regista
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Se si dovesse chiedere ad un uomo quali siano, secondo lui, i classici protagonisti di un triangolo amoroso, probabilmente risponderebbe: lui, lei, l'altra. In questo caso, invece, l'ottica è più "femminile", trattandosi di due lui e una lei. Ma non si parla di personaggi anonimi, ringalluzziti o dilaniati dai soliti eterni intrighi amorosi (che inevitabilmente coinvolgono anche altre vite, facendo di ogni triangolo almeno un pentagono). Bensì dei più autorevoli psicanalisti del '900, ossia Freud e Jung. Anzi, a ben guardare, il personaggio femminile non &
L'unico modo per estorcere le confessioni ad uno scrittore, a volte, è mettergli davanti un altro scrittore. Nel '96, il 34enne autore di Infinite Jest viene intervistato da David Lipsky, sul tema "se stesso e altre sciocchezze". A tre anni dal suicidio del primo David, il confronto è un libro: Come diventare se stessi
di Alessandra Minervini
Gli scrittori tendono ad avere due grandi argomenti in rotazione interna costante, una playlist molto breve. La loro carriera e i mali che li affliggono. C'è un famoso aneddoto sulla festa in cui James Joyce incontrò Marcel Proust. Uno si aspetterebbe chissà quali discussioni da pesi massimi della letteratura. Joyce disse: "Ho gli occhi ridotti malissimo" E Proust: "Il mio povero stomaco, non so che fare! Anzi, devo andarmene subito". Joyce lo superò: "Io seguirei il tuo esempio, se solo trovassi qualcuno che mi tiene sottobraccio". &nb