• Seguici su:
MUSICA - DVD

Sarà un genere e non un'arte come sostiene il teorico Giorgio Gaslini, ma la storia della musica argentina ha visto avvicendarsi musicisti e immaginari molto diversi tra loro. Dagli esponenti tradizionali al "tradimento" di Piazzolla, dagli scritti di Borges al poeta Horacio Ferrer, protagonista di un dvd che è una fantastica lezione di storia


di Marco Buttafuoco

“Il tango è rimasto quello di Gardel. Astor Piazzola, musicista immenso e tuttora sconosciuto in larga parte, ha suonato una musica molto originale che non era più tango.”. Così sosteneva, in un’intervista con l’autore di queste note Giorgio Gaslini, gran teorico della “musica totale”. In altre parole la musica argentina, come il rock, e a differenza del jazz, non si può considerare come un’arte. Un’arte si evolve, mentre un genere musicale tende invece a restare fedele a se stesso. Una tesi controcorrente e discutibil
05 Aprile 2012

LIBRI - SAGGISTICA

Gli incontri e gli amori con gli scrittori che si sceglie di trasporre in altra lingua, lungo un percorso coerente ma mai scontato. Perchè “sono i testi a scegliere noi, e non il contrario”. Il poeta Roberto Deidier racconta così la sua professione, bella e difficile, tra le confessioni di un libro intitolato Gabbie per Nuvole.


di Giuseppe Grattacaso

Che l'atto del tradurre finisca inevitabilmente per tradire un testo e, di conseguenza, le intenzioni dell'autore, è cosa ormai nota. C'è da aggiungere che il traduttore, nella scelta dell'opera che vuole trasferire in altra lingua e nelle preferenze linguistiche e stilistiche per le quali opta, non può che a sua volta tradirsi, mettere a nudo cioè i suoi amori letterari, i percorsi interiori che ad essi conducono, le proprie predilezioni, molto spesso anche passioni e angosce personali.   Mi ha fatto pensare a questo - e a come ogni traduzione operata da uno s
04 Aprile 2012

TEATRO

Sabina Impacciatore truccata come una bambola è sola in scena per il tempo di un unico e incessante lamento di "donna oggetto" tradita. E' stato così, il testo firmato da Natalia Ginzburg e qui diretto da Valerio Binasco, racconta una tragedia da uno statico punto di vista femminile. Un congegno scenico che però spesso gira a vuoto


di Giovanni Desideri

Certi titoli dicono molto dell’opera che introducono. Per esempio il monologo teatrale È stato così, da Natalia Ginzburg, regia di Valerio Binasco, Sabrina Impacciatore sul palco. Se pensate che questo titolo preluda ad una tragedia continua, ad un'inconsolabile rassegnazione, ad un cupo immobile fatalismo, ebbene non siete distanti da quel che accadrà in scena, dove anche il verbo “accadere” è una metafora più che una descrizione.   L’idea è infatti quella di un donna-carillon, seduta per tutto il tempo al centro del
03 Aprile 2012

FILM

Da Shakespeare in Love agli amori senili che animano Marigold Hotel il regista John Madden sembra aver trovato nella Gran Bretagna -di tutte le epoche- la formula per il successo al botteghino. Qui lo troviamo alla guida di un cast di vecchie glorie, a diluire spunti validi in un'opera fin troppo ammiccante, segno che nemmeno la prassi Hollywoodiana è immune all'invecchiamento


di Marinella Doriguzzi Bozzo

In fila alla cassa incontriamo per la seconda volta la pantera grigia adusa a chiedere una riduzione "over senior", fantasioso mascheramento dell'impronunciabile parola "anziano". Sicchè, dopo la pressante offerta di preparati adesivi per dentiere, apparecchi per deboli d'udito, pannoloni profumati per apprendisti incontinenti, anche il cinema ha scoperto un'appetibile fascia di consumatori. I quali, invece di meditare o di accudir nipoti, si danno ai rigurgiti dell'affrancamento, anche se impolverati,imbottiti, e muniti di protesi varie. E non è tanto la vita
02 Aprile 2012

TEATRO

Il pubblico confinato sui palchetti e il protagonista che si aggira dal palco alla platea e fino al foyer. Silvia Pasello, regista e attrice, rilegge la riflessione (meta)teatrale de Il Canto del Cigno. Il suo studio di riscrittura s'intitola L'Angelo dell'inverno, e aggiunge altri tasselli all'esile ma complesso copione originale


di Igor Vazzaz

Una luce men che flebile schiude la visione d’un quadro scenico che pare una fotografia sfocata. I fasci dei pochi riflettori carezzano senza illuminarla, una figura umana. Esile, capelli corti, biancovestita. La sala del minuto ma suggestivo Francesco di Bartolo di Buti ha un’aria surreale nella sua platea desertificata: non è un forno (termine gergale con cui si indica la drammatica assenza di pubblico), ma una scelta registica; gli spettatori presenti, infatti, sono stati dirottati nei palchetti, allargando a dismisura lo spazio tradizionalmente destinato all’illusi
27 Marzo 2012

FILM

La morte non c'è perchè l'attivista e premio Nobel Aung San Suu Kyi è un personaggio quantomai contemporaneo. La vita, invece, si vede tutta, e Luc Besson la snocciola fatto dopo fatto, dalla morte del padre vissuta in tenera età fino alla vittoria alle elezioni birmane. Mancano i miracoli, quelli di una regia fin troppo timida nell'interpretare


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Birmania, 1947: un giovane padre racconta alla sua bambina di due anni la favola di un asiatico paese dell'oro, ben diverso da quello che lo vede fautore del ritorno degli inglesi, dopo l'invasione dei giapponesi. Prima di lasciarla per andare incontro al suo assassino, il generale Aung San le affonda un'orchidea fra i capelli, segnandone così il destino.   Nel 1988, più di quarant'anni dopo, sposata ad un professore inglese e madre a sua volta di due figli,quella stessa orfana fa ritorno nel suo paese per accudire la madre malata. Dopo l'eredità morale del padre, la
26 Marzo 2011

TELEVISIONE

La trasmissione Chiavi della città, condotta e scritta dal critico Filippo La Porta per RaiStoria, inaugurata da una puntata che segue la "mutante" capitale tedesca, attraversandone le diverse rivoluzioni architettoniche, dal Terzo Reich ad oggi. Il piacere di un viaggio "a distanza", in compagnia di guide competenti


di Cesare De Seta

Talvolta persino la RAI ci riserva liete sorprese: ho visto il documentario, della durata di circa cinquanta minuti, Berlino mutante, mandato in onda domenica 4 marzo alle ore 13 da Rai Storia. La trasmissione – a parte l’ora poco felice in cui viene trasmessa - è articolare in temi e sottotemi che illustrano "Berlino grande città-cantiere", "Berlino mecca della nuova ricerca architettonica", ma anche città- vetrina per la capacità di attrarre giovani, artisti, musicisti e letterati non solo da tutta la Germania ma dal mondo inte
23 Marzo 2012

TEATRO

Con Rumore di Acque il capocomico della compagnia del Teatro delle Albe recupera un titolo del 1985 e lo rende una trasfigurazione grottesca dell'attualità: l'ufficiale protagonista, un po' Gheddafi e un po' Charlot, "dà i numeri" e snocciola un elenco delle vittime del Mediterraneo. Un monologo difficile e, anche per questo, non riuscito fino in fondo


di Igor Vazzaz

Il Mediterraneo non è un mare, è un cimitero. La distesa d’acqua salata ricopre, nasconde, corrode i corpi, ne fa pastura ittica, stritola i legami cellulari dissolvendoli in una primordiale brodaglia organica. Lo stesso mare che è meta vacanziera agognata, talvolta esclusiva, a seconda del segmento di costa prescelto. Festa e tragedia convivono, nella mutua indifferenza. Ed è nell’ambito d’un progetto svolto nella sicula Mazara del Vallo, la città più araba d’Italia, che Marco Martinelli, capocomico, regista e autor di compagni
22 Marzo 2012

TEATRO

In Servo di Scena, Franco Branciaroli dirige ed interpreta un mattatore a capo di una compagnia scalcagnata, intento a recitare lo stesso testo per l'ennesima volta e mal servito da un sottoposto che è in realtà il suo aguzzino. Nonostante i forti accenti farseschi la trama sposa fin troppo bene quel che succede sul palcoscenico


di Nicola Arrigoni

Forma e sostanza, racconto e modalità narrativa coincidono in Servo di scena di Ronald Harwood con un Franco Branciaroli che fa il verso agli attori mattatori, al birignao di certo istrionismo d’un tempo - e forse non solo di quello che fu. La scenografia elisabettiana di Margherita Palli divide il boccascena in due parti. In basso ci sono i camerini fatiscenti, spazi angusti, quasi delle tane in cui l’abbandono è evidente, spazi diroccati, macerie di camerini che sono anche il riferimento alla Londra sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, epoca in cui s
21 Marzo 2012

FILM

L'aspirante attore Pietro vive in una casa dove una defunta compagnia degli anni '40 si dà appuntamento per provare. In Magnifica presenza Ozpetek parla di solitudine e di moltitudine, e dipinge il ritratto di un uomo solo circondato dai suoi fantasmi. Niente di paranormale, tutto molto umano


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Fingere vuol dire etimologicamente foggiare, nel senso primo di toccare, palpare; poi, per traslato, plasmare, rappresentare qualche cosa sotto una forma: da cui, per successiva metafora, anche il concetto di immaginare, di simulare. In Magnifica presenza il regista Ozpetek sembra voler declinare tutte le potenzialità significanti del verbo, riuscendo con mano affettuosa a modellare un racconto in grado di temperare il tragico con il bonario, il dolente con l’ironico, la contemporaneità quotidiana con la Storia. Usa garbatamente quell’afflato espansivo che trascorre i
19 Marzo 2012

LIBRI

Dietro l'apparente semplicità di una raccolta di articoli, Livelli di guardia ci mostra la visione lucida e disperata che un grande intellettuale ha di un mondo in cui ormai è impossibile riconoscersi


di Giampaolo Rugarli

Claudio Magris non ha bisogno di venir presentato: è una delle rare stelle che mandano intensa luce nel cielo buio della letteratura italiana contemporanea. Però ha un difetto (condiviso da me e da altri – se pochi o molti non so): è una persona perbene. In Italia essere una persona perbene è una circostanza altamente ostativa: la realtà in cui viviamo appartiene ai furbi o ai mascalzoni, come insegnano le vicende della politica e non solo della politica.   Magris ha raccolto una scelta di articoli pubblicati sul Corriere della Sera tra il 2006 e
19 Marzo 2012

RECENSIAMO TUTTO - PROFESSIONI

Dimmi chi sei e ti dirò che cos'hai. Le cose funzionano diversamente quando si va a farsi visitare da un omeopata: niente camici, niente diagnosi e niente farmaci "classici", ma tante domande invadenti e granuli da sgranocchiare. La medicina ufficiale e l'opinione comune li considerano poco più che degli stregoni, eppure...


di Giuseppe De Marco

Non c’è solo il calcio, le donne e la politica tra i temi sui quali gli italiani più amano azzuffarsi. Provate a lanciare tra i vostri conoscenti (o cercate tra i milioni di blog e forum in rete) la questione “omeopatia”. Vedrete presto pacati interlocutori trasformarsi in esaltati ultras da stadio. Da una parte, i sostenitori della medicina tradizionale, per i quali le pratiche omeopatiche sono un gradino sotto (per alcuni sopra) la truffa. Dall’altra gli adepti della “medicina dolce”, che proveranno a spiegarvi come la ricerca della felicit&a
20 Marzo 2012

TELEVISIONE

Dopo nove anni di assenza la Guzzanti torna sugli schermi. Nel frattempo è cambiato il governo e pure la rete che la ospita: forse per questo la prima puntata del suo nuovo show, Un due tre stella, andata in onda ieri sera su La7, è sembrata incapace di mordere soprattutto sull'attualità più stretta


di Alessandra Chiappori

Sarà la prima serata, sarà il governo Monti che a forza di sobrietà ha ingrigito anche la satira, oppure saranno i nove anni di assenza della Guzzanti dal televisore, ma il suo Un due tre Stella sa tanto di minestra riscaldata. La campagna pubblicitaria sul nuovo show serale ha martellato il pubblico di La7 per un mese, con gli spot di imitazioni già note – Moana Pozzi, Barbara Palombelli, Lucia Annunziata - ma nessuna anticipazione, così da mantenere un alone di mistero e lasciar presagire qualcosa di nuovo dietro l’
15 Marzo 2012

FILM

Il lungo e triste percorso che precede la perdita di una persona vicina. Nel caso di Roger è la vecchia governante Ah Tao, che si è occupata di lui quand'era piccolo e che ora tocca a lui accompagnare verso la fine. Una storia raccontata con passo lento e tocco delicato dalla regista della nouvelle vague hongkongese Ann Hui 


di Gianpaolo Fissore

Dall’Oriente arriva un nuovo, poetico film sulla partenza, sull’addio o, per quelli che ci credono, sull’arriverci. Se nel sorprendente Departures (di Yojiro Takita, 2008) il tema era il commiato, con al centro la commovente dedizione del protagonista alla cura dei defunti affinchè “partecipassero” alla cerimonia dell’ultimo saluto e lasciassero intorno a sè il ricordo migliore, in A Simple Life, Ann Hui, regista della nouvelle vague di Hong Kong, ci invita a compiere un passo indietro, anzi due, anzi molti. I passi lenti nel lungo percorso che
13 Marzo 2012

TEATRO

Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa di nuovo assieme sul palcoscenico, sotto la direzione di Alfonso Santagata, questa volta per dare voce (e musica) a un testo di Andrea Bajani. Il protagonista di 18.000 giorni - il pitone è un uomo inghiottito e risputato fuori dall'ufficio all'età di cinquant'anni


di Nicola Arrigoni

18mila giorni - il pitone di Andrea Bajani, il racconto dolente di un cinquantenne che ha perso il lavoro e la sua stessa identità, dove i 18mila giorni del titolo corrispondono proprio all’età anagrafica del protagonista: quei 50 anni che possono segnare un confine, anche un punto di non ritorno se qualcosa si rompe, se il lavoro ti rifiuta.   Di questo narra lo spettacolo, del dramma esistenziale di un uomo che ha perso il lavoro e con esso la vita. La moglie Tea e il figlio Tommaso l’hanno lasciato in una casa vuota con un grande mucchio di vestiti, una
12 Marzo 2012